10 luglio 1943: lo sbarco in Sicilia. Storia e foto

sbarco
Hulton Archive/Getty Images
Sicilia ora zero: truppe britanniche sbarcano sulle spiagge sud-orientali la mattina del 10 luglio 1943
Us Army Archives/Nara
Gela, 10 luglio 1943. Lo sbarco degli Americani
Keystone/Getty Images
Pezzo da 90/53 sabotato dagli Italiani in ritirata e un soldato americano
Us Navy Archives
Sbarco americano a Gela. 10 luglio 1943
U.S. Army Air Forces/Loc
B-17 rilasciano il loro carico durante il tragico bombardamento di Palermo il 9 luglio 1943
IWM
"A" Squadron del 50Th Royal Tank Regiment e il tramonto infuocato sulla Sicilia. Luglio 1943.
IWM
Un bombardiere A-20 "Havoc" della RAF attacca Pantelleria
Keystone/Getty Images
Preparativi per lo sbarco in SIcilia lungo la costa tunisina nel giugno 1943
IWM
Il Generale Simonds, comandante la 1a Divisione Canadese sulla spiaggia della Marza (tra Pozzallo e Pachino) il 10 luglio 1943
Keystone/Getty Images
Batteria costiera italiana la mattina del 10 luglio 1943
Keystone/Getty Images
Batteria costiera italiana in Sicilia appena prima dello sbarco alleato.
Picture Post/Hulton Archive/Getty Images
Canadesi in marcia dopo lo sbarco sulle dune tra Pozzallo e Pachino
US Army Archives
Soldati della 45a Divisione di fanteria americana in viaggio verso le coste siciliane
IWM
Bengala sopra un aeroporto dell'Asse preso di mira da un raid alleato
Us Air Force
Un aliante americano schiantato al suolo durante le operazioni precedenti lo sbarco anfibio
Us Navy Archives
Treno blindato della Regia Marina distrutto dalla nave americana USS Bristol
Keystone/Getty Images
Sicilia, luglio 1943. Si combatte casa per casa.
Wever/Three Lions/Getty Images
Un ufficiale medico americano pratica una trasfusione sotto gli occhi di una famiglia siciliana
IWM
Una nave alleata esplode colpita da un'incursione della Luftwaffe durante le operazioni del luglio 1943
US Army/Library of Congress

Bundesarchiv
Macchi Mc 202 della Regia Aeronautica pronto al decollo. Sicilia, 1943
IWM
Attacco britannico lungo una massicciata ferroviaria siciliana in una foto di propaganda
IWM
Ufficiale medico britannico visita un neonato siciliano
IWM
Personale del no.3 Squadron della Royal Australian Air Force occupa un aeroporto siciliano
IWM
Un bombardiere Halifax traina un aliante Horsa impiegato durante lo sbarco in Sicilia
IWM
Uno Spitfire del 243°Sqn. RAF di fianco ad un Messerschmitt BF109 abbandonato dai tedeschi a Comiso
Us Army Archives
Mezzo anfibio americano sulle spiagge dello sbarco tra Gela e Licata
IWM
Carro armato britannico avanza nell'entroterra siracusano
IWM
Portaferiti britannici assistono un commilitone ferito nell'entroterra siciliano

Dopo la vittoria alleata in Africa settentrionale del 1942-43, Roosevelt e Churchill decisero a Casablanca che i tempi per l'invasione del territorio europeo governato dall'Asse fossero ormai maturi. Il ponte per il cuore del vecchio continente era certamente l'Italia, considerata il "ventre molle" d'Europa.

L'invasione della penisola avrebbe determinato in tempi brevi la caduta del fascismo e assicurato il controllo pressoché totale delle operazioni nel Mediterraneo.

Operazione "Mincemeat": i tedeschi credono al falso sbarco in Sardegna e Corsica

L'operazione nota con il codice "Husky" fu preceduta da un'operazione diversiva messa a punto dai servizi segreti britannici (codice "Mincemeat"- carne trita). Sulle coste spagnole fu fatto rinvenire il corpo di un ufficiale dei Royal Marines, in realtà un senzatetto che si era suicidato qualche giorno prima. I tedeschi che recuperarono il cadavere trovarono piani dettagliati riguardo alla imminente invasione alleata di Corsica e Sardegna. Il piano funzionò alla perfezione tanto che fu creduto veritiero dallo stesso Hitler, che arrivò a spostare truppe verso le due isole tirreniche (compresa l'intera brigata aerea della Luftwaffe, la Luftflotte II, del nipote del Barone Rosso Wolfram Von Richtofen) togliendo risorse e difese alla Sicilia.

La Sicilia sotto le bombe

L'invasione dell'isola dalle spiagge sudorientali fu anticipata nei mesi precedenti da violentissimi e continui bombardamenti sui principali porti (Messina e Palermo), sulle infrastrutture e sugli aeroporti della Sicilia (Castelvetrano, Trapani-Milo, Trapani-Chinisia, Sciacca, Palermo-Boccadifalco e Catania-Gerbini). Palermo fu inoltre la prima città italiana a subire massicci bombardamenti a tappeto, che devastarono gran parte dell'abitato causando migliaia di morti tra la popolazione civile. Stessa sorte subì Messina, la città maggiormente colpita in tutta la durata della guerra in Italia. La caduta di Pantelleria "fortezza del mediterraneo" e orgoglio di Mussolini, rasa al suolo da 6,200 kg di bombe e occupata l'11 giugno 1943, fece da preambolo alla grande operazione anfibia programmata per la prima metà del mese successivo.

Operation "Husky"- zero hour. 02:00 del 10 luglio 1943

Le operazioni di sbarco iniziarono prima dell'alba del 10 luglio 1943 ed impiegarono 150.000 uomini, 3.000 navi e 4,000 velivoli tra caccia e bombardieri pesanti e medi. L'area di sbarco interessava il litorale siciliano da Licata a Siracusa.(oltre 160 km di coste). La 7a Divisione americana del generale Patton si concentrò nelle spiagge tra Gela e Licata, mentre l'8a Armata britannica di Montgomery tra Capo Passero e Capo Murro di Porco, area che comprendeva tutto il golfo di Noto. Alla 1a Divisione Canadese furono assegnate le spiagge tra Pozzallo e Pachino.

Le operazioni di sbarco furono precedute da lancio di truppe aviotrasportate (82nd Airborne americana e la 1st Airborne britannica). I lanci dagli alianti furono disastrosi per il fortissimo vento che si era alzato in quelle ore. Gli Americani finirono per lo più lontani dai punti di atterraggio previsti, mentre agli Inglesi andò anche peggio in quanto molti alianti finirono in mare causando l'annegamento dei paracadutisti.

Il vento: il peggior nemico

Anche le operazioni anfibie furono difficoltose a causa dei cavalloni alzati dal vento, in particolar modo lungo le spiagge meridionali. Generalmente la resistenza italiana fu debole, fatta eccezione per alcuni reparti che combatterono efficacemente come la 429a Batteria Costiera a difesa di Gela attaccata dai Ranger americani oppure come nel caso della difesa del ponte di Malati sul fiume Simeto (Catania) dove vecchi riservisti del Gruppo Tattico Carnito sbarrarono la strada ai Marines britannici. La 246a Batteria Costiera impedì temporaneamente la presa del porto di Augusta. Nel settore di Gela il contrattacco italo-tedesco (Brigata Livorno e Panzer Division Hermann Goering) fu respinto dall'artiglieria navale statunitense. La mattina del 10 luglio 1943 gli Americani occupavano il porto di Licata, mentre all'estremo opposto della zona di sbarco gli Anglo-canadesi occupavano il porto di Siracusa. Nelle prime ore dallo sbarco entrò in azione quello che rimaneva della forza aerea dell'Asse (Luftwaffe e Regia Aeronautica) che inflisse danni soprattutto al naviglio anglo-americano ancorato presso le teste di ponte, mentre la Divisione Livorno iniziava a coprire la ritirata strategica verso Catania dei panzer della Divisione Goering.

Augusta cadde in mano britannica tra il 13 e il 14 luglio, mentre i Canadesi occupavano l'aeroporto di Pachino e sull'altro fianco si mossero verso ovest per incontrarsi con gli Americani nella zona di Ragusa, dove la 45a Divisione di Fanteria dell'Us Army aveva occupato l'aeroporto di Comiso prima di fare ingresso nella città iblea.

Tra il 14 e il 16 luglio iniziò la seconda fase dell'invasione della Sicilia, quando il Feldmaresciallo Albert Kesselring ordinò l'accorciamento della linea del fronte attorno alla piana di Catania con i rinforzi delle Divisioni paracadutisti appena giunte sull'isola, al fine di organizzare una strenua difesa dell'area nord-orientale della Sicilia. Il 16 luglio fu ordinato ai velivoli superstiti della Regia Aeronautica di abbandonare l'isola dopo la perdita in combattimento di oltre 150 velivoli. Gli americani proseguirono la marcia verso l'entroterra in direzione del capoluogo Palermo. Nei giorni successivi sarà combattuta la fase più dura della battaglia per la Sicilia contro i tedeschi asserragliati attorno all'Etna. Il 27 luglio i comandi tedeschi decisero per una prossima ritirata verso la Calabria. Due giorni prima il fascismo era caduto proprio come la Sicilia nelle mani degli Alleati.

Gli Americani avevano perduto oltre 8.700 uomini (2,300 i morti, il resto feriti). Peggio andò agli Inglesi e ai Canadesi che ebbero ad affrontare le bocche delle divisioni corazzate tedesche: Quasi 12.000 vittime, di cui oltre 7.000 i feriti e oltre 2,000 i prigionieri). Gli Italiani ebbero oltre 4,500 morti e ben 116.000 prigionieri, oltre a più di 30.000 feriti. I tedeschi4,300 morti e 13,500 feriti.

From Your Site Articles

YOU MAY ALSO LIKE