10 Ottobre Giornata mondiale della salute mentale e della psicologia
La salute psicologica rappresenta un importante predittore della qualità della vita e della salute della persona nel suo complesso. I nostri sensi sono stati mortificati e/o iper-stimolati durante la pandemia: si pensi alla ricaduta psicologica e fisica del distanziamento, della DAD, al divieto di attività sportiva. Il tema di quest'anno del 10 ottobre, giornata nazionale della Psicologia- evidenzia il Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi- è "Aiutare la psiche per aiutare la vita il claim del 2021"e abbraccia il concetto di benessere nella sua accezione più ampia, sottolineando l'importanza della psicologia nella vita quotidiana in un momento storico di ricerca di "nuova normalità". Com'è cambiata la domanda di aiuto in salute mentale da parte dei pazienti? La pandemia ha acuito vecchie forme di patologia e fatto emergere nuove forme di disagio psicologico non solo negli adulti, ma anche in bambini e adolescenti per i quali è stato molto difficile comprendere le interruzioni e i tagli alla "trama" della loro vita.
I bambini e la pandemia
I due anni di pandemia hanno profondamente segnato ciascuno di noi e ora, e dal punto di vista medico e sanitario i più giovani sono stati meno esposti alle conseguenze peggiori della malattia. Tutto il mondo si è concentrato sulla cura dei fragili e degli adulti- evidenzia la dottoressa Silvia Riboldi psicoterapeuta e referente del portale formazioneinfanzia.it di Mustela per gli specialisti- sono state prese misure drastiche di contenimento. Ci si è occupati meno dei bambini, se non di dirgli a cosa dovevano rinunciare e che cosa dovevano fare per non trasmettere il virus. Adesso ci troviamo ad osservare bambini piccoli che hanno avuto regressioni nel comportamento, che nell'aver perso la loro routine si sono sentiti spaesati, sono quindi aumentate le difficoltà nella gestione comportamentale, aggressività, disturbi nel sonno, ansia da separazione nei confronti delle figure di accudimento, emersione di nuove o vecchie paure che condizionano la quotidianità. Insieme agli adolescenti però sono i bambini della scuola primaria a mostrare ad oggi la maggiore fatica: sono esponenzialmente aumentati i disturbi d'ansia, i disturbi del sonno e le fatiche scolastiche. La reazione dei bambini è stata, inoltre, influenzata dalla capacità dei genitori di reagire con equilibrio alla pandemia. I bambini- conclude la dottoressa Riboldi- sono stati esposti senza filtro a una serie infinita ed eccessiva di notizie, non sempre queste sono state spiegate loro e le conseguenze sono autospiegazioni che non sempre sono reali.
Adolescenti: dall'angoscia di "chiusura" all'angoscia di "riapertura"
L'esistenza collettiva è stata attraversata da una "tempesta"- prosegue la dottoressa Elisa Stefanati psicoterapeuta presso lo Sportello Famiglie di Quisisana Ferrrara,- che ha stravolto la normalità, portando ad un arretramento della propulsione alla vita. Ci stiamo trovando ad intervenire su nuove forme di malessere: dall'angoscia iniziale verso la "chiusura" ora ci stiamo interrogando su come intervenire su nuove forme di angoscia legate alle "riapertura", che sta portando alcuni adolescenti verso regressive forme di isolamento. Preferiscono la virtualità al contatto reale, la loro stanza chiusa all'incontro con l'altro, le chat rispetto ai confronti sul piano dello scambio. Sta emergendo questa preferenza alla solitudine rispetto all'incontro con l'Altro, perché "uscire allo scoperto per alcuni, è un rischio che non vale la pena correre. Laddove quindi l'isolamento dell'adolescente porta a quella che è stata definita la fobia della vita, ecco che i legami, ed anche il legame "terapeutico" può essere definito come il "vaccino" contro l'isolamento solipsistico. Durante la pandemia la tecnologia on line è stata per certi versi l'eroe del lockdown, perché ha permesso di mantenere il contatto. Ora nella ripresa si dovrà tener conto di ciò che si è perso. La virtualità ha rappresentato un ponte con l'altro. Ed ora dopo la "tempesta" dovremo re-imparare, a raccogliere i brandelli a far qualcosa con i "resti", nel tentativo di far rialzare la testa e far ripartire la vita. Ripartire- conclude Elisa Stefanati- significa ri-educare alla vita, alla morte, all'accettazione del rischio e della perdita, anche rivedendo il passato, per riscrivere la storia personale, anche traumatica, riprogettando nuove azioni.
Com'è cambiata la domanda di aiuto da parte dei pazienti adulti e anziani
Ci sono stati alcuni cambiamenti nel manifestarsi del disagio psichico, in particolare rispetto alla maggiore intensità e frequenza della presentazione di sintomi legati all'ansia, alla depressione e all'insonnia che hanno visto un' impennarsi delle manifestazioni. Questo lo possiamo collegare a diversi aspetti- evidenzia la dottoressa Beatrice Casoni Psichiatra presso Quisisana Ferrara- in una prima fase i timori per la salute nostra e dei nostri cari che ci ha fatto vivere per diverse settimane in uno stato di allerta continua, successivamente le misure restrittive che ci hanno costretti a stare lontani dai nostri cari, o al contrario ci hanno costretti a stare troppo vicini. Ecco, quindi un altro cambiamento, il target di richiesta: da un lato gli anziani che hanno manifestato il dolore della solitudine e in molti casi un rallentamento sia psichico che motorio dovuto alla minore possibilità di movimento e di relazione con gli altri, dall'altro, invece, i giovani costretti a stare lontani dalla scuola e dagli amici e le coppie non abituate a vivere h24 nella stessa casa, diventata in molti casi, anche luogo di lavoro e terreno fertile di scontro. Cosa possiamo notare da quanto detto? Che la maggiore intensità dei sintomi di ansia, depressione e insonnia ha colpito in modo trasversale le famiglie- conclude Beatrice Casoni- tutte le fasce di età. Ma il grande denominatore comune è stata l'impossibilità di curarsi. La salute mentale è ancora oggi considerato un aspetto di serie B, che non merita la stessa attenzione delle patologie organiche, tanto più durante la pandemia da Covid-19 in cui le strutture sanitarie sono state occupate a gestire la grave situazione sanitaria con la necessità di ridurre ancora di più la risposta ai bisogni della popolazione colpita da disagio psicologico.
Sempre il 10 ottobre di ogni anno si celebra anche la Giornata Mondiale della Salute Mentale (World Mental Health Day) un'iniziativa istituita nel 1992 dalla Federazione Mondiale per la Salute Mentale (WFMH) e riconosciuta dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, promuove – tramite campagne e attività – la consapevolezza e la difesa della salute mentale contro lo stigma sociale. Ogni anno viene portato all'attenzione un aspetto diverso relativo alla Salute Mentale. Per il 2021 è stato scelto: "Salute Mentale in un mondo ineguale" (Mental Health in an Unequal World) perché persiste una disparità di trattamento e di qualità dell'assistenza fornita tra chi soffre di malattie mentali e chi di altre patologie.
Nella giornata nazionale della Psicologia quest'anno è ancor più importante l'invito a non identificarsi con la crisi ma evidenziare l'importanza dell'ascolto e dell'attenzione al benessere psicologico.
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