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May 04 2017
156 anni fa la nota n.76 del 4 maggio 1861 a firma del Ministro dela Guerra Manfredo Fanti sanciva la nascita dell'Esercito Italiano, nato dalla struttura e sul modello dell'Armata Sarda.
Tra i primi interventi dell'Esercito unitario la lotta al brigantaggio, la Terza Guerra d'Indipendenza e la conquista di Roma nel 1870
Dopo la riorganizzazione del ministro Ricotti, la prima sfortunata impresa coloniale culminata con la sconfitta di Adua (1896). La prima missione internazionale fu svolta dal corpo di spedizione italiano in difesa dei protettorati europei in Cina contro la rivolta dei "Boxers".
Nel 1911-12 l'Esercito combatte nella guerra Italo-Turca, che terminerà con la conquista della Libia e l'occupazione delle isole del Dodecaneso.
Il 24 maggio 1915 l'Italia rompe la neutralità ed interviene nella Grande Guerra dove il grosso delle forze italiane è impegnato nelle cruentissime battaglie sul fronte dell'Isonzo. Per due volte, nel 1916 con l'offensiva degli Altipiani e nel 1917 con la disfatta di Caporetto, parve prospettarsi per l'Esercito Italiano una sconfitta. Dopo la sostituzione del generale Cadorna con il generale Diaz, le forze italiane furono in grado di contenere lo sfondamento nemico per poi passare alla vittoriosa controffensiva finale il 4 novembre 1918.
Il Regio Esercito partecipa tra le due guerre alle imprese coloniali del ventennio, con la conquista nel 1936 di Addis Abeba.
Il 10 giugno 1940 l'Italia entra in guerra a fianco della Germania e partecipa all'attacco sul fronte francese. Impegnati in Grecia e Albania, gli Italiani perdono in Africa Orientale e Settentrionale mentre gli Alleati sbarcano in Sicilia nel luglio del 1943 dopo la disfatta sul fronte russo, seguito dalla la resa nota come Armistizio di Cassibile. Dopo la fuga del Re verso il Sud occupato dagli Anglo-americani, l'Esercito si spacca in due, come l'Italia.
Nel Nord occupato dai tedeschi si forma la Repubblica Sociale Italiana, dove viene formata la GNR (Guardia Nazionale Repubblicana), mentre i militari italiani al Sud si riorganizzano e prendono parte all'avanzata alleata come cobelligeranti.
Alla fine della guerra l'Esercito italiano, fortemente provato dal conflitto, si riorganizza all'interno della nuova situazione mondiale divisa nei due grandi blocchi ed aderisce nel 1949 alla NATO.
La prima missione armata è del 1982 durante la guerra in Libano assieme ad altri eserciti aderenti alla NATO. Dopo la caduta del muro di Berlino inizia il ruolo di peacekeeping (Albania e Kurdistan 1991; Somalia 1992-1994; Mozambico 1993-1995; Bosnia 1995-2002; Kosovo 1999).
All'inizio degli anni 2000 l'Esercito Italiano inizia una sostanziale riorganizzazione con l'abolizione della leva obbligatoria e la trasformazione in esercito professionale.
Oggi l'Esercito conta oltre 4.000 effettivi schierati in 14 paesi del mondo in operazioni di assistenza, stabilizzazione e ricostruzione oltre che di addestramento di forze locali (SFA- Security Force Assistance)
In Italia sono 7.000 i militari impegnati nel presidio del territorio, l'operazione "Strade Sicure" alla quale dal 2016 si è aggiunto l'intervento di 2.500 uomini e donne nelle zone colpite dal sisma del 2016 (operazione "Sabina").