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November 08 2019
Erano stati fianco a fianco nei drammatici giorni della caduta di Berlino nel 1945. Separati dalla occupazione e dalla divisione in zone d'influenza dell'ex territorio del Terzo Reich e nemici durante la guerra fredda, per quasi un trentennio presidiarono con le armi il muro di Berlino. La storia dei reparti di guardia alla frontiera tra Repubblica Federale Tedesca e Repubblica Democratica Tedesca, la Guerra Fredda e le vittime che tentarono di fuggire dall'enclave comunista nel cuore dell'Europa. Tutto questo durò fino al 9 novembre 1989, quando per un malinteso durante una conferenza stampa il funzionario della DDR Gunther Schabowski svelò la direttiva sui "viaggi all'estero" dei tedeschi orientali. Era la fine annunciata del muro di Berlino, un evento epocale che cambierà la politica mondiale. Tra i primi testimoni dello storico avvenimento proprio le truppe di frontiera di RFT e DDR che per la prima volta dal 1961 si guardarono e si parlarono senza la minaccia delle armi. Ecco la loro storia, iniziata dopo le macerie della Berlino dell'"anno zero".
Le forze di polizia di frontiera delle due Germanie furono una filiazione diretta degli alleati che occupavano il territorio dopo la caduta del Terzo Reich. I Sovietici e gli Anglo-americani che avevano diviso il territorio in zone d'influenza, si erano inizialmente fatti carico dei controlli alla frontiera. Con il montare delle tensioni legate alla Guerra Fredda, da entrambe le parti si ritenne sempre più urgente l'organizzazione di una forza paramilitare di polizia di frontiera formata da cittadini tedeschi. I primi contingenti furono costituiti tra il 1946 e il 1951.
I primi ad organizzare una forza paramilitare di controllo alla frontiera (interna ed esterna) furono i Sovietici ancor prima della costituzione della Repubblica Democratica Tedesca, con la partecipazione attiva dei servizi segreti dell'Urss (NKVD poi KGB). I primi nuclei della Deutsche Grenzpolizei (Polizia di frontiera della Germania) furono costituiti già nel 1946. Il grosso dei reparti si aggiungerà dopo la costruzione del muro di Berlino, nel 1961 quando la Grenzpolizei diventò parte integrante dell'esercito della DDR cambiando il nome in Grenztruppen. Il reclutamento nei ranghi delle truppe di frontiera avveniva attingendo tra gli elementi politicamente più indottrinati, i quali erano sottoposti una volta arruolati ad un intenso lavaggio del cervello che giungeva ad occupare circa il 50% del tempo dedicato all'addestramento sotto lo stretto controllo della polizia politica della DDR, la tristemente famosa Stasi. La specialità più richiesta nelle Grenztruppenera il ruolo dei cecchini, utilizzati in modo particolare dopo il 1961 lungo i posti di guardia del muro di Berlino e della frontiera interna con la Germania Ovest. I militari operanti lungo le linee di confine erano costantemente posti sotto la minaccia della Stasi in quanto avvantaggiati ad un'eventuale fuga oltre il muro, oppure varcando le fortificazioni a difesa della frontiera con la Repubblica Federale Tedesca. Per evitare le diserzioni fu imposto l'impiego costante di due o tre militari per ogni postazione. In questo modo, nell'eventualità di un tentativo di fuga di una guardia, i compagni di pattuglia avevano la consegna di sparare al fuggitivo. Anche lo svolgimento ordinario delle funzioni di controllo era sottoposto a minacce e intimidazioni da parte della polizia politica della DDR: nel caso in cui un cecchino avesse mancato un'obiettivo, avrebbe subito pesanti ritorsioni che potevano estendersi anche ai familiari. Molte e frequenti erano le delazioni anche da parte di civili (i grenzhelfer), che venivano arruolati in ausilio alle truppe di frontiera in gruppi locali che potevano effettuare arresti di cittadini che tentavano la fuga. Per aumentare l'efficacia dissuasiva delle Grenztruppen, non fu mai stabilito un preciso orario delle ronde e dei turni in modo tale da poter comparire all'improvviso rendendo più difficoltosa la pianificazione della fuga verso Ovest. Furono oltre 8.000 i tentativi di fuga oltre il muro tra il 1961 e il 1989. Le vittime della Polizia di frontiera della DDR furono quasi un migliaio lungo tutte le zone di ondine compreso il Mar Baltico. Quasi un centinaio furono i fuggiaschi che persero la vita nella "terra di nessuno" in mezzo al muro di Berlino, caduti sotto i colpi delle Grenztruppen della Germania Est. Due casi sono rimasti nella memoria collettiva. Il primo riguarda proprio una guardia di frontiera della DDR, Hans Conrad Schumann, fuggito il 15 agosto 1961 quando il muro era ancora in costruzione. Fu immortalato nell'atto di saltare il filo spinato in un attimo di distrazione dei compagni di pattuglia e la sua figura divenne simbolica del dramma delle due Germanie. Uno dei casi più dolorosi fu quello del diciottenne Peter Fechter, colpito dai cecchini delle Grenztruppen il 17 agosto 1962 mentre ancora stava arrampicandosi sul muro. Colpito all'inguine e precipitato nella terra di nessuno (tra l'altro minata) fu lasciato morire per dissanguamento dopo un agonia durata oltre un'ora, alla quale assistettero impotenti anche militari e civili di Berlino Ovest che non ebbero possibilià di intervenire in quanto sotto tiro dei fucilieri della DDR.
L'ultimo in ordine cronologico a perdere la vita nel tentativo di oltrepassare il confine di Berlino fu il 21enne Chris Gueffroy ucciso la notte del 6 febbraio 1989 mentre cercava di attraversare a nuoto il Britzer Zweig Canal, convinto erroneamente che fosse stato già stato abolito l'ordine di sparare a vista negli ultimi mesi della divisione delle Germanie.
All'inizio dell'autunno del 1989 le forze della guardia di frontiera della DDR erano già fortemente ridotte, dopo aver raggiunto il picco di 47.000 soldati durante gli anni '60-70. In diversi casi i vertici delle Grenztruppen fecero ricorso a sagome di cartone che riproducevano le figure delle guardie sulle torri di osservazione rimaste sguarnite. Inoltre, alla vigilia dell'apertura della frontiera interna tedesca, i comandi militari della Germania Est erano ormai spaccati tra i sostenitori della dottrina marxista e i "revisionisti" che avevano sentito il vento della perestrojka venire da Mosca.
Furono costituiti dalle forze di occupazione alleate 5 anni dopo la Grenzpolizei della Germania Est, il 16 marzo 1951. Posti alle dipendenze del Ministero dell'Interno ed armati come un reparto di fanteria leggera, i Bundesgrenzschutz (Guardie di Confine Federali) non furono inquadrati nell' esercito per il veto imposto dopo la sconfitta del 1945, ma si trattò comunque della prima forza di polizia nazionale. Tra le consegne iniziali all'inizio degli anni '50 ai Bundesgrenzschutz (o BGS) fu affidato il compito di controllo alla frontiera interna con la DDR e la prevenzione territoriale di possibili sommosse nella Germania occidentale degli anni della difficilissima ricostruzione.
Gli arruolati, molti dei quali erano ex membri della Wehrmacht, furono obbligati a prestare giuramento di fronte all'allora comandante della neonata NATO, il generale americano Dwight D.Eisenhower. Con una forza iniziale di 10mila uomini la guardia di frontiera iniziò la propria attività lungo il confine con la Repubblica Democratica Tedesca.
Giunti al picco di oltre 16mila effettivi alla metà degli anni '50, i ranghi della BGS furono notevolmente assottigliati nel 1956 dopo la nascita del nuovo Esercito federale della RFT (Bundeswehr). Più di due terzi delle guardie di frontiera della Germania Ovest confluirono nelle forze armate nazionali ricostituite dopo un decennio. Questa razionalizzazione e redistribuzione dell'apparato militare della Germania Ovest mette in luce il ruolo differente delle guardie di frontiera della Repubblica Federale rispetto a quelle della DDR per il semplice fatto che i tentativi di fuga dopo la costruzione del muro erano naturalmente a senso unico.
La BGS divenne famosa tuttavia per le azioni di un reparto speciale costituito negli anni del terrorismo internazionale, il GSG-9 (Grenzschutzgruppe-9 o Squadra d'assalto). L'unità antiterrorismo nacque all'indomani dei tragici fatti di Monaco dell'anno precedente, quando i terroristi palestinesi del gruppo "settembre nero" avevano ucciso dopo il sequestro 11 atleti israeliani durante le Olimpiadi. Il nuovo reparto speciale fu utilizzato nel contrasto ai terroristi tedesco-occidentali della Rote Armée Fraktion. L'operazione del GSG-9 che fece il giro del mondo si svolse il 18 ottobre 1977, quando il volo Lufthansa 181 con 86 passeggeri fu sequestrato e dirottato su più scali prima di atterrare ad Aden, dove gli occupanti furono fatti ostaggio dai terroristi palestinesi. L'irruzione degli specialisti del Bundesgrenzschutze fu fulminea e portò alla morte di 3 dei 4 dirottatori, con la liberazione degli ostaggi. Nel 1976 la BGS viene equiparata ai ranghi della Polizia federale , mentre dal 1987 sono ammesse al reclutamento anche le donne. Alla caduta del muro, seguita dalla dichiarazione dell'abolizione della frontiera con la DDR, la BGS fu trasferita quasi integralmente a presidiare il confine orientale ed a respingere l'immigrazione clandestina da ciò che rimaneva dei Paesi della cortina di ferro. Alla riunificazione delle due Germanie, essendo l'organico cresciuto con l'inclusione delle ex guardie di frontiera orientali, la BGS assunse anche le funzioni di polizia ferroviaria e aeroportuale, oltre a conservare i Gruppi di Intervento speciale. Contingenti di Bundesgrenzschutz hanno fatto parte di missioni internazionali in ambito NATO.