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April 03 2018
Come ogni mese, siamo pronti a consigliare cinque libri fra le più recenti e interessanti uscite. Per aprile la nostra scelta è caduta sul bel romanzo di Laurent Binet, del quale abbiamo anche potuto parlare con l'autore stesso in questa nostra intervista. Ci sono poi il prolifico Gianluca Morozzi con il suo più recente romanzo, il fiabesco esordio letterario di Alessandro Barbaglia, un’opera quasi sperimentale di Mario Bramè e la breve storia d’amore (finito) del toscano Tomas Bassini.
Questo libro propone un brillante gioco narrativo che utilizza il meccanismo del giallo per raccontare un’originale storia sul linguaggio. Il 25 febbraio 1980 Roland Barthes viene investito da un furgoncino. Dopo un mese di ricovero il grande semiologo muore. La cronaca parla di incidente, ma nella finzione letteraria Binet fa rientrare la tragedia in un misterioso intrigo internazionale: Barthes è stato ucciso. Perché? Forse perché ha scoperto il Santo Graal della linguistica: la settima funzione del linguaggio, il potere di persuadere con la parola. Si occupa del caso una mal assortita coppia investigativa, composta dal rude commissario Jacques Bayard e dal mite professore Simon Herzog. I sospettati e i testimoni sono tutti d’eccezione: Valéry Giscard d'Estaing, Bernard-Henri Lévy, Michel Foucault, Umberto Eco, Jean-Paul Sartre, Louis Althusser, Julia Kristeva, Gilles Deleuze, solo per citarne alcuni.
La settima funzione del linguaggio
di Laurent Binet
(La Nave di Teseo)
454 pagine
È la storia di Giulio, un ragazzo che tenta di intraprendere la strada della scrittura e che ha anche una grande passione per le donne. Giulio vorrebbe mantenersi con la vendita dei suoi romanzi, ma le entrate sono decisamente basse. Trova una fidanzata, dalla quale si trasferisce senza pagare l'affitto, ma i tradimenti sono all'ordine del giorno. Una volta scoperto, viene cacciato di casa, ed è in quel momento che conosce un bizzarro fumettista, il quale, essendo in procinto di partire per l'Uruguay, gli offre il proprio appartamento in un palazzo della periferia di Bologna, così che possa avere un posto tranquillo dove terminare il suo libro. Giulio sembra a posto, eppure i vicini di casa, tutti imparentati fra loro, appaiono molto strani, talvolta in modo inquietante.
Gli annientatori
di Gianluca Morozzi
(Tea)
196 pagine
L’esordio letterario di Alessandro Barbaglia è un romanzo che ha i toni della fiaba. I protagonisti sono due, Libero e Viola. Lui vive nella Città Grande e adora le attese: non a caso decide di prenotare un tavolo alla misteriosa e affascinante Locanda dell’Ultima Solitudine, per dieci anni dopo la sua chiamata. Si tratta di un ristorante molto particolare, fatto per chi vuole perdersi per poi ritrovarsi. Viola vive invece nel piccolo borgo di Bisogno e aiuta la madre Margherita alla Casa del Petalo nella strana attività di accordatura di fiori. In quella casa ci sono anche stanze per urlare, dove chiunque può andare per sfogare le proprie sofferenze. Viola però si sente legata, vorrebbe andare via. Le storie di Libero e Viola procedono parallele e si congiungono a un certo punto grazie a un intreccio semplice ed efficace messo in campo da Barbaglia. È un racconto di rinascita, sotto forma di favola magica.
La Locanda dell’Ultima Solitudine
di Alessandro Barbaglia
(Mondadori)
163 pagine
Questo romanzo è l'apripista della nuova collana Wildword della casa editrice Transeuropa, che qualcuno ricorderà per aver dato alle stampe nel 1994 Jack Frusciante è uscito dal gruppo, di Enrico Brizzi. L’idea di base è quella di prendere fatti di cronaca per raccontare una realtà alternativa: nello specifico, Bramè si ispira alla tragica notte del Bataclan di Parigi del 13 novembre 2015 per costruire una narrazione immaginaria e surreale. Un modo per riflettere sul senso della realtà di fronte all’assurdità della violenza, accompagnati dall’amore per la musica, che è arte e dunque vita.
La notte dei ragni d'oleandro
di Mario Bramè
(Transeuropa)
208 pagine
Il toscano Tomas Bassini (classe 1985) propone come esordio un breve romanzo dalla prosa fresca, nuova e originale. In sole 160 pagine entriamo nella mente di un uomo, il narratore anonimo, che tenta di dare forma e senso a un amore perduto, raccogliendo memorie, aneddoti e collegamenti con il presente. Il protagonista lavora di notte in un albergo e proprio nelle ore di servizio, fra incontri e apparizioni di personaggi dei più disparati generi, compila quello che può essere un elenco degli errori e delle vittorie di una storia ormai finita. Ma la malinconia è bene equilibrata da picchi di ironia e terapeutico cinismo.
Quando eravamo portieri di notte
di Tomas Bassini
(Miraggi Edizioni)
164 pagine