Economia
April 22 2015
Non si placano le polemiche intorno all’esordio del nuovo 730 precompilato. Dopo i primi numeri e le prime stime sui possibili contribuenti che accetteranno la nuova dichiarazione dei redditi senza modifiche e su quanti invece decideranno di integrare il modello precompilato scaricato dal sito dell’Agenzia delle entrate, a rinfocolare il dibattito ci ha pensato questa volta la Fondazione nazionale dei commercialisti. Tema del contendere sono ancora una volta le detrazioni fiscali legate alle spese che è possibile scaricare dalla dichiarazione dei redditi. Nel caso specifico l’attenzione è concentrata su quelle sanitarie che come noto sono detraibili al 19%. Ebbene, secondo quanto sostenuto dai commercialisti, parrebbe proprio che molti contribuenti sarebbero intenzionati ad accettare senza modifiche il nuovo 730 precompilato, quando le integrazioni da fare riguardano spese sanitarie di piccola entità.
730 precompilato, istruzioni per l'uso
Il risparmio di imposta che si otterrebbe infatti, spiegano dalla Fondazione dei commercialisti, “non giustifica il sostenimento del costo che dipendenti e pensionati devono sostenere se vogliono avvalersi di Caf e professionisti” per presentare la dichiarazione dei redditi. Ricordiamo infatti che le nuove regole prevedono che nel caso il 730 precompilato venga accettato senza modifiche, si eviteranno a priori controlli e ispezioni del fisco. Una tentazione non da poco, che potrebbe spingere molti contribuenti, come accennato, ad evitare quindi qualsiasi intervento sulla dichiarazione, anche in presenza di spese sanitarie, seppur di piccola entità. Quello che però può essere piccolo e insignificante per il singolo cittadino, se rapportato ai milioni di contribuenti interessati dal nuovo 730, potrebbe diventare decisamente rilevante per le casse dello Stato.
730 precompilato, le detrazioni che non si recuperano
Se si considerano infatti i numeri in gioco, il risultato a cui si potrebbe giungere è decisamente sorprendente. Sulla base delle dichiarazioni del 2014 infatti, i circa 20 milioni di contribuenti appartenenti alla categoria dei dipendenti e dei pensionati, hanno dichiarato nel loro 730 oneri detraibili al 19% per circa 22 miliardi. Secondo i commercialisti “la quota stimata per il 2015 rientrante nel 730 precompilato dall’Agenzia delle entrate, sulla base dei dati 2014 del Mef, è pari a sei miliardi”. La restante parte di 16,2 miliardi dovrà dunque essere integrata ricorrendo proprio ai Caf e ai professionisti, ma la Fondazione prevede che “circa il 50% di contribuenti aventi diritto potrebbe accettare il 730 precompilato dall’Agenzia rinunciando alle detrazioni”. Questo significa che circa sei milioni di cittadini non chiederanno il rimborso con il risultato che “il Governo si ritroverà a gestire di qui a poco un tesoretto da 1,5 miliardi di euro”. Una piacevole sorpresa finanziaria per i conti dello Stato del tutto inattesa, e che di certo non mancherà di accendere ulteriormente la discussione intorno al 730 precompilato.