A Milano, in mostra gli specchi e i loro segreti: da Biancaneve a…
FLORENCE E LE ALTRE – Il 10 aprile, a Milano, presso la Galleria Robertaebasta si inaugura con un happening una mostra curiosa e stuzzicante (visibile fino a fine mese): si intitola Specchio specchio delle mie brame… E lo specchio risveglia in me forti sapori di fiaba, magia, introspezione, seduzione, voglia di analizzarsi, di piacere a sé e agli altri… insomma, in una parola, di femminilità.
Esposta una ventina di specchi di proprietà della Galleria, emblemi delle correnti più suggestive delle arti decorative del XX secolo, dal Déco fino alla Scuola di Memphis passando per il Modernismo. Tra gli altri, uno specchio del 1902 del grande ebanista Carlo Bugatti, uno con cornice in vetro illuminato di Venini del 1930, un rarissimo specchio in vetro decorato di Max Ingrand del 1935, uno di Fontana Arte del 1940, uno scaccia-spiriti francese del 1950, e altri con personalità diverse ricavati dalle incisioni, decorazioni, inserimenti di pietre dure, conchiglie e tutto quello che l’estro dei vari artisti ha potuto realizzare.
“È un oggetto affascinante che richiama l’idea del sogno e della favola. Biancaneve, in primis. Anche se nella favola dei fratelli Grimm la più simpatica è Grimilde. Biancaneve, diciamolo, è un po’ scialbetta”, spiega Roberta Tagliavini, l’effervescente proprietaria della Galleria e degli specchi esposti, tutti scelti personalmente in giro per il mondo (“anche in isole deserte: trovo sempre il modo di spedire a Milano un oggetto di cui mi innamoro”, dice).
Lo specchio, però, può avere anche connotazioni negative, inquietanti, tanto che anche la psicanalisi se ne è occupata approfonditamente: “È un oggetto che ripropone quello che si ha nella mente”, continua Roberta. “Grimilde, per esempio, si vede bellissima fino a che non è psicologicamente più provata. Allora la ‘bellissima’ diventa Biancaneve”. Un po’ come accade anche alle donne normali, sempre un po’ impietose verso sé stesse di fronte alla propria immagine riflessa.
“Il rapporto dell’uomo con questo oggetto è un po’ diverso”, aggiunge la gallerista. “L’uomo che si specchia spesso è un vanitoso, un edonista che ha qualche problema di fiducia con sé stesso ed è portato, per questo, a cercare continue conferme. Ma soltanto per sé stesso, mentre trovo che noi donne ci specchiamo soprattutto per piacere a qualcun altro. E di un uomo così, diciamocelo, come ci si può fidare?”.
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