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ANSA/DANIEL DAL ZENNARO
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Accordo Sky-Mediaset: cosa cambia per i diritti tv della Serie A

L'accordo di collaborazione tra Sky e Mediaset annunciato il 30 marzo 2018 non mette solo fine ad anni di scontro tra le due piattaforme televisive operanti in Italia, ma influenza anche la partita dei diritti tv della Serie A per il triennio 2018-2021 con forti preoccupazioni da parte dei club italiani.

La partnership, che assomiglia a un'allenza strategica, arriva proprio nel momento in cui gli spagnoli di Mediapro, vincitori dell'asta indetta dalla Lega Serie A come intermediari nella subcessione dei diritti ai broadcaster, era pronta a pubblicare il bando con i pacchetti.

Un passo temuto soprattutto da Sky, pronta alla battaglia anche legale dopo aver già mandato una diffida per scongiurare l'ipotesi del canale della Lega, scenario che piace a Mediapro ma che non all'interno del perimetro del bando pagato un miliardo e 50 milioni e che dovrà essere rivenduto a una cifra maggiore per generare un ricavo per gli spagnoli.

Non è un caso che la pubblicazione dei pacchetti sia stata congelata in attesa di capire le ripercussioni dell'accordo che porterà sul digitale terrestre una parte dell'offerta di Sky e implementerà sul satellitare quella dell'emittente di Murdoch con un'ampia selezione di prodotti in capo a Premium. Il tutto con sullo sfondo l'ipotesi nei prossimi mesi che Mediaset proceda alla cessione di Premium dopo l'annuncio del ridimensionamento dell'interesse sul mercato dei diritti degli eventi sportivi.

I loghi di Sky e di Mediaset. ANSA/ARCHIVIO

Sky e Mediaset, niente aste al rialzo

L'accordo tra i due colossi pay del mercato italiano non riguarda al momento, ufficialmente, la vicenda dei diritti tv della Serie A. E', però, evidente che la nuova posizione difficilmente spingerà Sky e Premium a darsi battaglia in un'asta al rialzo quando sarà il momento di trattare con Mediapro.

Nel corso del bando aperto ai broadcaster Sky aveva offerto complessivi 630 milioni di euro per aggiudicarsi tutto il prodotto su satellitare (380 partite stagionali complessive) e internet, più i diritti accessori. Mediaset si era fermata a 200 per il pacchetto comprendente le partite in casa e trasferta delle big con esclusione della Roma su digitale terrestre.

Difficile immaginare che vogliano andare oltre nella trattativa diretta con Mediapro che, però, tentava di formulare i pacchetti in maniera da offrire un prodotto editoriale 'chiavi in mano' alle piattaforme internet, suddividendo il resto per fasce orarie con la possibilità di alcune esclusive ma la difficoltà ad avere tutto il campionato. Cosa che Sky non vede di buon occhio dopo essersi aggiudicata i diritti di Champions ed Europa League fino al 2021 ed avere nel suo bouquet anche Formula Uno e Moto Gp.

E adesso? Mediapro medita. Entro il 26 aprile dovrà depositare la fideiussione da 1,2 miliardi di euro pena la perdita del bando vinto con ipotizzabile causa da parte della Lega Serie A. I club sono sulle spine perché hanno bisogno di quei soldi per farseli anticipare dalle banche e finanziare la prossima stagione.

L'ipotesi (difficile) del canale della Lega

La soluzione per Mediapro resterebbe sempre il canale della Lega, ma è difficile poterlo fare dentro i paletti del bando vinto. Anche il via libera dell'Antitrust è stato condizionato proprio al solo ruolo di intermediari senza alcuna facoltà di costruire un prodotto editoriale facendo una concorrenza indebita agli operatori del settore (Sky in prima fila).

Per fare il canale bisognerebbe riaprire l'asta, immaginando un ricorso legale da parte di Sky e tempi lunghi che mettono a rischio l'inizio stesso della stagione televisiva del calcio italiano. Uno scenario nefasto per le società e per l'immagine del sistema, proiettato nelle ultime stagioni a cercare visibilità soprattutto sui mercati orientali.

In calendario ci saranno presto altri incontri tra Mediapro, la Lega e i rappresentanti dei broadcaster. Sarà il primo passo per capire quale potrà essere l'evoluzione della guerra dei diritti tv, mai così accesa e intricata. Il miliardo e 50 milioni sembrava aver messo al riparo i club ed era stato festeggiato come un grande successo. Ora la ruota si è fermata.

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