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June 01 2017
Dopo il G7 del gelo con Trump, il 2 giugno a Bruxelles va in scena il summit Ue-Cina. Un riavvicinamento forzato, diretta conseguenza dell'opposizione trumpiana al piano sul clima di Parigi su cui Cina e Unione europea hanno invece intenzione di riconfermare l'impegno preso nel 2015 indicando anche precise misure di attuazione e di essere "molto chiari" sul messaggio politico: l'uscita degli Usa preoccupa ma "non è la fine del mondo".
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La portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha detto che i cambiamenti climatici sono "una sfida globale" che nessun Paese può ignorare. "Non importa se altri cambiano idea, continueremo a seguire un modello di sviluppo sostenibile", ha aggiunto Hua, in conferenza stampa. "Vogliamo lavorare con l'Ue per rafforzare comunicazioni e cooperazione pratica sul cambiamento climatico".
Il punto sono i parametri di anidride carbonica (CO2) all'anno nelle emissioni globali. L'uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi aggiungerebbe 400 milioni di emissioni di anidride carbonica entro il 2025 invece di ridurle di un milione circa come da accordi presi dall'amministrazione Obama.
Il messaggio di Europa e Cina è dunque molto forte: uniti contro l'America, uniti contro una decisione (di Trump) ideologica che mette a rischio gli equilibri ambientali dell'intero pianeta che potrebbero portare conseguenze devastanti nel caso in cui il mondo si scaldi entro il 2025 di oltre 2 gradi.
Per questo è un accordo importante: perché l'impegno della Cina unito a quello dell'Europa nel rilanciare Parigi può comunque portare a isolare gli Usa in un contesto politico-ambientale superato oltreché dannoso, se è vero (come pare) che Cina e India saranno in grado di raggiungere gli obiettivi di Parigi già nel 2035-2040.
In ogni caso, uscire dall'intesa non sarebbe facile per gli Stati Uniti, a causa dei vincoli del diritto internazionale. Tre le ipotesi.
Il vertice si concluderà con una serie di accordi che andranno anche oltre il tema del clima: è atteso un momorandum di intesa sugli investimenti, sulla tutela della proprietà intellettuale, sui cofinanziamenti, sulla governance degli oceani, sul turismo, per la cooperazione doganale e su una roadmap per l'energia pulita. I punti di contatto per ora sembrano essere quelli sul riconoscimento reciproco della denominazione di origine dei prodotti mentre si discuterà delle sfide globali sul commercio (Pechino ha interesse a implementare la nuova via della Seta)
Le fonti indicano che restano anche punti di distanza, come sulla questione della sovracapacità produttiva dell'acciaio, dove i punti di vista sono praticamente opposti.