Musica
February 12 2017
Al Jarreau, una delle più belle e originali voci black degli ultimi 50 anni, è morto il 12 febbraio a Los Angeles a 76 anni, circondato dall'affetto dei suoi cari.
Da qualche giorno era ricoverato in ospedale, costretto ad annullare tutti i concerti in programma su ordine dei medici.
L’ultimo messaggio apparso su Facebook aveva illuso i suoi fan: “Sta migliorando lentamente, ma con suo enorme dispiacere dovrà smettere di fare tour. Al è grato per i suoi 50 anni di viaggi intorno al mondo e per chiunque abbia condiviso quest’esperienza con lui – il suo fedele pubblico, i musicisti, e tutti coloro che gli sono stati di supporto nel suo lavoro”.
Quest’ultima frase suona quasi come un epitaffio del grande cantante, l’unico in grado di vincere 7 Grammy Awards in tre diversi generi musicali: jazz, pop e R&B.
Il primo Grammy lo conquista nel 1977 per Look to the rainbow come migliore cantante jazz, mentre l'ultimo risale al 2007, quando ha ricevuto il grammofono d'oro per la sua interpretazione da brividi dello standard God bless the chid, eseguita insieme a George Benson e Jill Scott.
Nel 1985 ha partecipato a USA for Africa, supergruppo formato da 45 celebrità della musica americana tra cui Michael Jackson, Lionel Richie, Stevie Wonder e Bruce Springsteen, cantando We Are the World prodotta da Quincy Jones. In trentadue anni il singolo ha venduto 20 milioni di copie per un ricavato di 60 milioni di dollari, donati interamente all’Africa.
Nato a Milwaukee il 12 marzo del 1940, Jarreau è stato un cantante moderno, in grado di esplorare con la voce tutte le timbriche su ritmi swing, pop, jazz e R&B. Baritono naturale, il vocalist era rinomato per la sua capacità di evoluzione timbrica, per la totale padronanza dello scat(con il quale era in grado di simulare qualsiasi strumento) e per il modo di saltare fra le ottave.
Nel 2013 Al aveva duettato con il nostro Mario Biondi (che lo ha sempre considerato il suo idolo e mentore) in Light to the world, uno dei brani migliori dell'album Sun.
Il suo ultimo album,My Old Friend - Celebrating George Duke del 2014, era dedicato al suo maestro George Duke, con il quale ha iniziato la sua straordinaria carriera alla fine degli anni Sessanta, dopo la laurea in Psicologia. LEGGI ANCHE Al Jarreau: i 5 dischi fondamentali di un genio