Economia
June 20 2018
Integrare attraverso il lavoro i rifugiati fa crescere le imprese, ha un impatto positivo sul Pil e migliora il gettito fiscale. Insomma, il lavoro è la forma migliore di integrazione per i rifugiati. Sono queste le conclusioni a cui è giunto TheAdecco Group, basandosi su un’esperienza diretta dopo 10 anni di lavoro su progetti mirati per l’inclusione lavorativa dei richiedenti asilo nel nostro Paese e su approfondite analisi condotte da Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, culminate in un white paper sul tema pubblicato nel 2017.
Il 70% di coloro che richiedono asilo per la prima volta è in età lavorativa e la maggior parte di loro desidera lavorare. L'impiego dei rifugiati può contribuire ad affrontare gli squilibri della forza lavoro, che si prevede possano condurre a una perdita di 10 trilioni di dollari o un 10% del Pil mondiale entro il 2030.
In Italia, The Adecco Group attraverso Fondazione Adecco per le Pari Opportunità sviluppa progetti di inclusione lavorativa per rifugiati fin dal 2008 e, attraverso percorsi di educazione al lavoro, orientamento e formazione, ha dato la possibilità a più di 150 persone rifugiate di trovare un’opportunità di ingresso nel mondo del lavoro.
“L’esperienza diretta e le indagini effettuate sul tema ci spingono a fare una serie di nuove riflessioni su come un'integrazione più rapida dei rifugiati sul posto di lavoro possa ridurre l'impatto fiscale, portare alla crescita del Pil a lungo termine e correggere gli squilibri del mercato del lavoro”, ha commentato Andrea Malacrida, Country Manager The Adecco Group Italia. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha riconosciuto The Adecco Group Italia tra le 50 aziende italiane che nel 2017 hanno favorito l’inserimento professionale di persone rifugiate e hanno sostenuto il loro processo d’integrazione in Italia.
The Adecco Group non soltanto è in grado di identificare i settori migliori per trovare occupazione ai rifugiati, ma si è adoperata anche per creare in tali settori una rete di imprese maggiormente sensibili al tema, in grado di offrire adeguate posizioni di lavoro. A oggi, le maggiori barriere all'occupazione dei rifugiati sono rappresentate dalle complessità burocratiche, dai lunghi periodi di attesa prima che il lavoro sia legalmente possibile, dalla mancanza di certificazione delle loro qualifiche individuali e delle competenze linguistiche.
“Lavorare su questi temi significa rendere non soltanto il nostro Paese più accogliente, ma anche incidere in modo positivo sulla vita delle imprese che si arricchiscono includendo diversità”, ha concluso Andrea Malacrida. Per celebrare la Giornata mondiale del rifugiato, The Adecco Group e Fondazione Adecco per le Pari Opportunità hanno organizzato sul territorio nazionale numerose iniziative, nelle aziende, nelle associazioni e coinvolgendo le istituzioni partner di questi anni, per far toccare con mano i risultati di interazione e crescita sociale e culturale raggiunti.
A Scandicci, alcuni rifugiati saranno Libri Umani in una singolare giornata di letture attraverso la Biblioteca Vivente dedicata ai dipendenti di una nota azienda di moda.
A Roma un gruppo di giovani rifugiati provenienti da diversi progetti di Fondazione Adecco, ma con unico obiettivo professionale rivolto alla ristorazione, parteciperanno presso un’importante azienda multinazionale operante nel settore della grande distribuzione a una sessione d’aula di orientamento di settore all’interno della quale conosceranno l’azienda; una visita in azienda; colloqui di selezione finalizzati ad identificare potenziali futuri lavoratori che possano intraprendere un’opportunità di tirocinio. A Milano, infine, alcune aziende saranno protagoniste di un progetto nato per promuovere alle aziende i valori della diversità e della non discriminazione, attraverso il contatto con le diversità, la sensibilizzazione del personale e il rispetto dell’altro.