Lifestyle
November 02 2016
Senso di inadeguatezza, sensazione che la vita sfugga dalle mani, incapacità di organizzare il proprio tempo e il proprio spazio come prima dell'arrivo del bambino. Sono queste alcune delle sensazioni che si hanno dopo aver dato alla luce un figlio. Il più delle volte dopo poche settimane questa sorta di ansia mista a depressione scompare da sola, ma talvolta resta e si può trasformare nella terribile depressione post parto che tanto male fa alle mamme quanto ai bambini.
A parlarne, per la prima volta, è stata la cantante Adele che, in copertina di Vanity Fair America ha rotto il tabù della madre perfetta e ha racconatato quanto male è stata dopo la nasciata di Angelo, suo figlio, venuto a frutto 4 anni fa e frutto dalla relazione con Simon Konecki. "Ho dovuto affrontare una depressione post-partum, che mi ha spaventata molto - ha dichiarato l'interprete - Non ho preso antidepressivi, ma non ne ho nemmeno parlato con nessuno. Ero riluttante. Il mio compagno mi ha consigliato di parlare con altre donne in gravidanza e gli ho detto: 'Non voglio uscire con un gruppo di mamme'. Così, senza rendermene conto, mi sono invece ritrovata lì insieme a loro".
Adele ha temuto di poter ripiombare nella dipendenza da alcol visto che, in passato, il bicchiere è sempre stato tra i suoi amici più fidati. "Amavo bere, ma poi quando sono diventata famosa ho iniziato a svegliami il giorno successivo e a pensare 'Ho davvero detto quello che ho detto?'. Non ho mai avuto dei blackout, ma quando sei ubriaco e vai a una festa, parli di tutto con chiunque".
Adele ricorda di aver composto l'album 21 dopo numerose bevute e oggi racconta: "Ero completamente fuori di me mentre le creavo: onestamente ubriaca. Ma non ho più il tempo di cadere a pezzi come ho fatto in passato".
Adesso la priorità è Angelo e Simon, il suo compagno, non le permette di disseppellire i fantasmi del passato e l'artista alla rivista spiega: "V'immaginate avere una sbornia con un bambino nelle vicinanze che capisce che qualcosa non va? Diventa l'inferno!"
Ora la parola d'ordine è prudenza, anche a costo di risultare un filo ipocondriaca: "Ora evito tutto ciò che è anche solo lontanamente pericoloso, come passeggiare sul marciapiede. Preferisco camminare sul prato, anziché sul cemento, perché una macchina mi potrebbe colpire".