Le bugie sull'incidente di Torino, gli aerei vecchi e nuovi delle Frecce Tricolori
Non sarebbe il momento delle polemiche, è invece quello del dolore. La comunità aeronautica italiana, dai piloti professionisti agli appassionati è sconvolta e profondamente addolorata. Lo si legge sui social e sui forum dedicati all’aviazione, lo si percepisce negli aeroclub come negli aeroporti. Perché le Frecce quest’anno hanno già sofferto la perdita di un pilota, perché doveva essere un anno, quello del centenario dell’Aeronautica, di festeggiamenti e celebrazioni.
Poi c’è l’altra Italia, quella del vietare, delle grida al pacifismo - come se gli aerei della PAN avessero armi a bordo – e anche della contestazione più cieca persino al rumore dei jet. Invece la puzza di strumentalizzazione politica è tanta, i benpensanti della sicurezza e una parte della politica sembrano aver dimenticato quel centinaio d’interventi che l’Aeronautica Militare ha già fatto quest’anno per salvare vite in pericolo, per trasportare malati gravi, per intervenire nelle recenti calamità. In questo senso il 2023 è stato un anno impegnativo, con numeri delle missioni altissimi e ai quali dedicheremo presto un articolo.
Basti sapere, tuttavia, che almeno un paio di volte la settimana è stato compiuto un salvataggio, che è stato fatto gratis, con personale dell’Aeronautica a coordinare i viaggi salvavita insieme alle Prefetture e ai sanitari, utilizzando aeroplani ed elicotteri. Un dovere dei giornalisti è però anche quello di smentire alcune balle (scusate, ma ci vuole), che si leggono in queste ore e le tante stupidaggini che strumentalizzano e distorcono quanto accaduto a Torino Caselle.
Cominciamo con un’osservazione semplice quanto indiscutibile: nuovo o vecchio che sia l’aeroplano, se vola è sempre in perfetta efficienza. Se poi appartiene a una pattuglia acrobatica la manutenzione è essa stessa un’eccellenza. Non significa che i guasti non possano capitare, ma che si fa di tutto, e sempre nel migliore dei modi, perché ciò non avvenga.
Seconda osservazione: se in quel momento non fosse decollata la Pattuglia, probabilmente dalla stessa pista sarebbe partito qualche altro aeroplano che avrebbe subito lo stesso tipo d’incidente. Anzi, essendo le prese d’aria dei jet commerciali più grandi, la probabilità di un bird- strike (ancora una ipotesi) sarebbe stata maggiore, come anche gli effetti. E a bordo avremmo avuto più persone e più carburante. Dunque, anche se al posto dello MB339Pan ci fosse stato un altro velivolo, compreso il prossimo che sarà assegnato alle Frecce, ovvero probabilmente il Leonardo M345, non sarebbe cambiato alcunché.
Terza falsità: le Frecce Tricolori costano tanto e servono soltanto per airshow e commemorazioni. La gestione dei velivoli all’interno del bilancio dell’Arma azzurra è relativamente economica; il 313° Gruppo addestramento acrobatico svolge anche un ruolo all’interno dell’Aeronautica Militare e quindi in generale della Difesa.
Insomma, i piloti, terminata la stagione, svolgono missioni di altro tipo e mantengono le capacità tipiche e peculiari dei piloti militari. Infatti, finita l’esperienza nelle Frecce Tricolori, la carriera degli ufficiali prosegue in altre assegnazioni. A sproposito si parla anche di pericolosità delle manifestazioni aeree, invece, questo incidente è accaduto al decollo e su un aeroporto che non ospitava alcuno show, previsto invece a Vercelli e quindi sull’aeroporto Aeritalia. Durante le manifestazioni tutte le traiettorie degli aeroplani sono tali che in caso di avaria sia garantita la possibilità di non cadere sul pubblico. E in Italia la stragrande maggioranza degli airshow avviene sul mare o sui laghi, dove è sempre interdetta la navigazione nello specchio d’acqua interessato.
Quanto agli aeroplani delle Frecce, la loro sostituzione è già prevista, ma accelerare questo processo a causa di quanto accaduto sabato non ha alcun senso. Piuttosto, non si perda l’occasione di migliorare la nostra situazione urbanistica, che si introducano norme più stringenti nel rispetto delle servitù aeroportuali, ovvero i divieti di costruzione laddove esistono traiettorie di decollo.
Cominciamo a chiederci perché la strada investita dal relitto dell’aeroplano non fosse protetta da una galleria, oppure perché – e in altre nazioni è così – quando decollano gli aeroplani non ci sia un semaforo che diventa rosso per bloccare anche il solo tratto di strada sul prolungamento della pista per qualche decina di secondi.
Quanto alle dotazioni per allontanare gli uccelli, l’aeroporto di Caselle ha una dotazione molto completa poiché a Torino la questione è ben conosciuta, ma l’azione è giocoforza limitata e gli effetti ovviamente restano a breve termine. Ci sono però altri fattori che attirano volatili: l’abitudine di avere cestini delle immondizie aperti, di sporcare per terra o di usare le aiuole come discariche. Su un aeroporto nulla è casuale, persino le operazioni di sfalcio dell’erba sono fatte in modo opportuno e dovrebbero sempre contenere lo spargimento del vegetale rasato che va potenzialmente a costituire mangime per gli uccelli.
Ecco, allora, che parlare di abolizione delle Frecce Tricolori è un tema che non si dovrebbe sentire e invece riemerge ciclicamente, specialmente da parte di chi per mestiere fa il parlamentare, come gli onorevoli Galimberti, Ravera e Montanari. Arrivare tanto in basso facendo parte delle istituzioni significa proprio non essere riusciti a capire alcunché di quanto è accaduto a Torino sabato scorso. Ma voler comunque candidarsi a guidare una nazione. Forse dovrebbero provare a parlare con gli uccelli.
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