Lifestyle
January 16 2013
"Quel che noi credevamo l'amore perfetto, senza una via d'uscita diventa un'ossessione destinata al peggio, lo sai?" (Gaia Coltorti, Le affinità alchemiche)
Il titolo evoca Goethe, la trama Romeo e Giulietta (non a caso siamo a Verona), la musica che fa da sottofondo l'amore assoluto cantato da Riccardo Cocciante in Margherita, la passione che si accende tra i due protagonisti la pazza gelosia che Armand nutre per Marguerite, la bellissima cortigiana de La signora delle Camelie di Alexandre Dumas. Le affinità alchemiche, romanzo appena pubblicato da Mondadori, è il risultato di tutte queste contaminazioni e di altre alchimie. Lo ha capito la community Instagram italiana che, su invito dell'editore, lo sta narrando per immagini attraverso gli scatti fotografici. Un modo nuovo e molto calzante di ricomporre i frammenti del discorso amoroso di Giovanni e Selvaggia, i due ragazzi al centro di questa storia.
La vicenda narrata da Gaia Coltorti ha un sapore di altri tempi, ma racconta l'amore nato tra due adolescenti di oggi. Giovanni e Selvaggia hanno diciotto anni e sono perdutamente innamorati l'uno dell'altra. Vivono la loro grande passione, sincera e assoluta negli intenti, ma impossibile agli occhi del mondo. Impossibile, sì, perché Giovanni e Selvaggia sono fratelli gemelli. Le scelte dei genitori li hanno tenuti a lungo divisi, e i due si sono conosciuti in età quasi adulta, scoprendosi così affini da non poter più vivere l'uno senza l'altra. Il loro mondo è esclusivo e assoluto, tanto che nel libro non ci sono altri personaggi significativi: i genitori, i compagni di scuola, la città di Verona sono appena accennati sullo sfondo. Il legame tra i due è così forte da farli vivere in simbiosi: Selvaggia si fa male a una gamba durante un'esibizione di ginnastica artistica e, come per un'alchimia sconosciuta, poco dopo, durante una gara di nuoto Giovanni avrà dei crampi che gli impediranno terminare la sua prestazione. Una forza dei sentimenti così potente e ossessiva da avere il sopravvento su tutto, fino alla fine.
Un bel libro, di cui colpiscono soprattutto due aspetti. Il primo è lo stile della narrazione, classico per certi versi - in contrasto con i romanzi femminili che hanno dominato le classifiche negli ultimi mesi - ma fresco e diretto come sanno essere le pagine di un blog letterario. Il secondo è che si tratta di un'opera prima, scritta da Gaia Coltorti in occasione di un concorso letterario quando l'autrice aveva solo diciassette anni (ora ne ha venti). Trovare dei romanzi di esordio così completi non capita spesso. Se ne sono già accorti in molti, tanto che i diritti di pubblicazione del libro sono stati venduti in otto Paesi. Complice anche la trama, destinata a far parlare di sé, e la bellissima copertina del volume, in cui i volti di due ragazzi addormentati comunicano tutta la bellezza, la calma apparente e il reale fermento della giovinezza.
Gaia Coltorti, Le affinità alchemiche , Mondadori, 357 p., 15 euro