Economia
July 15 2014
Versare solo il 10% di tasse sulle rate di affitto incassate ogni mese. E' la possibilità che hanno milioni di proprietari di case italiani, se danno in locazione il loro immobile a canone concordato, cioè a un prezzo di favore per gli inquilini, che viene stabilito da precisi accordi siglati dalle associazioni di categoria.
Questa agevolazione, ampliata con l'ultimo Piano Casa del governo, comporta un notevole risparmio d'imposta, rispetto alla tassazione del 21% (cioè la cedolare secca ordinaria) applicata solitamente sulle rate di affitto degli immobili residenziali. Per poter versare al fisco solo 10% di tasse, però, bisogna che si verifichino alcune condizioni particolari.
Innanzitutto, l'immobile si deve trovare in una grande città o comunque in uno dei 3mila comuni ad alta densità abitativa, individuati da un'apposita delibera del Cipe (si veda l'elenco disponibile nel sito di Confedilizia ). Inoltre, la casa o l'appartamento devono appunto essere dati in locazione a canone concordato, cioè a un valore inferiore ai prezzi di mercato.
CASA, TUTTI I NODI DA SCIOGLIERE
Purtroppo, le legge non dice nulla sull'importo del canone concordato ma rimanda la sua determinazione agli accordi siglati nelle singole città e province dalle associazioni di categoria dei proprietari e degli inquilini. Il guaio è che questi accordi sono in diversi casi parecchio datati. A Milano, per esempio, c'è un'intesa che risale al 1999 con i valori che vengono addirittura espressi in lire. Se un proprietario volesse affittare l'immobile con i canoni stabiliti in quel documento, seppur convertiti in euro e adeguati alla rivalutazione dei prezzi, dovrebbe chiedere delle rate di locazione molto più basse rispetto alle medie di mercato. L'ufficio studi del franchising immobiliare Solo Affitti ha calcolato per esempio che, nel capoluogo lombardo, il canone concordato per un appartamento di 60-70 metri quadri in zona semi-centrale è pari a 500 euro al mese, cioè almeno la metà dei prezzi di mercato.
Per questo, a Milano e in molte altre città sono pochi i proprietari che affittano a canone concordato. Ci sono però alcuni centri urbani dove le associazioni di categoria dei proprietari e degli inquilini sono giunte a stabilire dei valori che meglio rispondono alle medie del mercato. In alcune città come Trieste, Bologna, Genova e Firenze, infatti, gli affitti a canone concordato vengono utilizzati in più della metà dei contratti di locazione. Dunque, se il proprietario di un immobile vuole pagare solo il 10% di tasse sulle rate percepite ogni mese, è bene che si informi prima presso un'associazione di categoria della propria città (come Confedilizia e il Sunia ) su quali sono i valori dei canoni concordati. Se le rate lo soddisfano, è meglio che applichi queste condizioni e risparmi un bel po' di tasse.