L'Agenzia delle Entrate in riferimento all’articolo pubblicato su Panorama.it dal titolo Il concorso dell'Agenzia delle Entrate tra irregolarità e polemiche, a firma di Carmelo Caruso, esprimiamo il nostro più profondo rammarico, in quanto al giornalista erano già stati forniti tutti i chiarimenti sui dubbi che aveva sollevato. Il 5 giugno scorso, infatti, l’Agenzia aveva risposto puntualmente ai quesiti posti da Caruso in merito a presunte irregolarità del concorso per 892 funzionari, ma il giornalista non ha volontariamente riportato gli elementi di maggior rilievo che le Entrate hanno fornito e che dimostrano la correttezza del suo operato.
QUI L'ARTICOLO SUL CONCORSO DELL'AGENZIA DELLE ENTRATE
In particolare, l’autore dell’articolo ha volontariamente omesso che:
- La centralizzazione delle prove in una unica sede, oltreché a comportare una riduzione dei costi, è stata disposta per evitare proprio i pericoli legati alla diffusione tramite telefonini di informazioni all’esterno delle sedi d’esame durante la prova. Ciò in quanto la possibilità che alcune sedi finiscano prima la prova d’esame evidentemente comporta il rischio di possibili scambi di informazioni con chi ancora sta espletando l’esame.
- All’interno dell’aula del concorso è stato vietato l’utilizzo dei telefoni cellulari e degli altri apparati di comunicazione o elaborazione (smartphone, tablet, notebook, calcolatrici ecc.), a pena di esclusione dalla prova. Al momento dell’identificazione, tali apparecchi sono stati immediatamente riposti, spenti, in una busta chiusa e tenuta sul banco, ben in vista, per tutta la durata della permanenza nella sede d’esame.
- Gli standard di sicurezza approntati dall’Agenzia sono del tutto efficaci e in linea con quanto previsto dalla normativa di settore e con le misure predisposte in tutti i concorsi pubblici in cui la prova scritta consiste in quiz a risposta multipla con la correzione automatizzata con lettore ottico dei compiti.
- A garanzia della correttezza dell’intera procedura e della massima trasparenza, le schede con i dati anagrafici dei candidati e i fogli delle risposte vengono in momenti diversi ritirati e debitamente sigillati in differenti urne alla presenza di candidati che si sono spontaneamente presentati al tavolo della Commissione. Allo stesso modo, subito dopo la prova (per l’esattezza dopo qualche minuto) e sempre alla presenza di candidati, viene effettuata la correzione degli elaborati, in maniera oggettiva mediante lettura automatizzata dei fogli risposta e delle schede anagrafiche.
- La correzione dei compiti avviene nella totale segretezza dell’identità dei candidati, attraverso la stesura di una graduatoria cosiddetta cieca, nella quale non sono presenti i nominativi dei partecipanti. Solo successivamente, dopo aver aperto l’urna sigillata, contenente le schede anagrafiche, vengono identificati i candidati mediante la lettura automatizzata dei codici segreti a barre presenti sulle predette schede anagrafiche, e vengono attribuiti agli stessi i risultati della prova. Solo dopo queste operazioni, sempre alla presenza di candidati, è stilata e approvata la graduatoria finale.
Inoltre, in merito al video pubblicato a corredo dell’articolo, secondo il giornalista e secondo l’avvocato Leone tale filmato dimostrerebbe che nell’aula d’esame si potevano tranquillamente usare telefoni cellulari. In realtà, guardando il video in questione, si può facilmente notare che lo stesso è stato girato da una telecamera fissa, nascosta addosso, in quanto si vedono entrambe le mani del candidato che consegnano i fogli risposte e il questionario a un addetto alla vigilanza.
Queste insinuazioni rappresentano piuttosto un attacco isolato e ingiustificato condotto da un avvocato palermitano, che nel proprio blog usa espressioni lesive dell’immagine dell’Agenzia e incoraggia pretestuosamente gli eventuali interessati a ricorsi collettivi, con tanto di tariffe “scontate” rispetto alle impugnazioni dei singoli, e con l’esclusivo intento di procacciarsi clienti.
A questo proposito, l’Agenzia ha già sottoposto la questione all’Avvocatura perché valuti di sporgere denuncia penale alla Magistratura e di presentare un esposto all’Ordine degli avvocati per comportamenti contrari alla deontologia professionale. Ciò a tutela dell’Amministrazione e della sua credibilità di fronte ad accuse infondate diffuse pubblicamente tramite internet.
Ufficio Stampa
Agenzia delle Entrate