Economia
November 30 2017
Una minaccia molto seria aleggia sull’agricoltura italiana: c’è il pericolo fondato infatti che, a causa della Brexit, nel periodo 2021-2027 il nostro Paese perda qualcosa come 9,7 miliardi di euro di fondi dell’Unione europea. Un taglio drastico di risorse che percentualmente rappresenterebbe circa il 15-30% in meno di quanto percepito attualmente da Bruxelles dai nostri contadini.
Una sorta di spada di Damocle che ha scatenato subito la reazione dei tanti soggetti istituzionali chiamati in causa che fin d’ora promettono che faranno il possibile per evitare l’annunciato salasso. Ma cerchiamo di capire meglio da dove arriva l’allarme e perché ci sarebbero in vista questi corposi tagli dei fondi agricoli europei.
Il segnale di apprensione riguardante l’entità futura dei fondi europei per l’agricoltura sarebbe emerso da alcune simulazioni eseguite da tecnici del governo, alla luce di quelle che saranno le nuove voci del budget comunitario predisposte a Bruxelles.
Si tratta di documenti, secondo quanto riportato dall’Ansa, che in effetti dipingono lo scenario decisamente preoccupante più sopra descritto. Tra l’altro, il taglio ai fondi agricoli si potrebbe aggiungere a quello stimato, in simulazioni analoghe, agli stanziamenti per le Regioni italiane: tra i 12 e i 42 miliardi in meno di fondi strutturali.
Le ragioni dei tagli sugli stanziamenti a cui starebbe pensando la Commissione europea sarebbero da ricondurre alla necessità di rivedere le diverse voci di spesa dell’Unione. In particolare a pesare in maniera rilevante sarebbe la dipartita dalla Comunità europea del Regno Unito che, per forza di cose, produrrà un calo delle risorse messe a disposizione dai vari partner dell’Unione.
Ma le necessità di spesa che andrebbero a intaccare le risorse per l’agricoltura sarebbero anche altre: in particolare a influire in maniera determinante potrebbero essere anche i costi legati al nuovo piano di difesa comune dell’Unione.
Sotto attacco dunque ci sarebbe la Pac, la politica alimentare comune, che secondo qualcuno verrebbe vista da Bruxelles come una sorta di salvadanaio da cui attingere a seconda delle esigenze di budget comunitario. “L'Italia si batterà fino in fondo perché la Brexit non la paghino gli agricoltori, dobbiamo anzi rilanciare pensando a una politica alimentare comune dell'Ue", sono state le ferme parole di sfida pronunciate dal nostro ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.
"I tagli sono insostenibili per i cittadini europei" – ha rincarato la dose il presidente di ColdirettiRoberto Moncalvo - "che per il 90% sostengono la politica agricola europea". Insomma, il guanto di sfida è lanciato, e sarà di certo uno scontro duro, soprattutto se si considera che le risorse destinate alla politica agricola rappresentano attualmente ben il 36% dell'intero bilancio comunitario.