Ai Weiwei in mostra a Londra

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Londra, 16 settembre 2015. Ai Wei Wei posa di fronte alla scultura "Forever" di fronte all'edificio di 30 St Mary Axe, conosciuto come "The Gherkin".
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Londra, 16 settembre 2015. La scultura "Forever" (2003) di fronte all'edificio conosciuto come "The Gherkin". Alta circa 10 metri e larga 16, è realizzata con 1.254 telai di bicicletta.
RAY TANG
Londra, 16 settembre 2015. Forever (2003), dettaglio.
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Londra, 16 settembre 2015. Forever (2003), dettaglio.
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Londra, 16 settembre 2015. Tree (2009-10).
NILS JORGENSEN/OLYCOM
Londra, 16 settembre 2015. Tree (2009-10).
RAY TANG/OLYCOM
Londra, 16 settembre 2015. "Marble Couch" (2011).
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Londra, 16 settembre 2015. Grapes (2010).
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Londra, 16 settembre 2015. Straight (2008-12).
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Londra, 16 settembre 2015. The Crab House (He Xie Fang Zi), 2015.
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Londra, 16 settembre 2015. Mask (2013).
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Londra, 16 settembre 2015. Bicycke Chandelier (2015).
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Londra, 16 settembre 2015. "S.A.C.R.E.D." (2012), dettaglio.
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Londra, 16 settembre 2015. "S.A.C.R.E.D." (2012), dettaglio.
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Londra, 16 settembre 2015. "S.A.C.R.E.D." (2012), dettaglio.
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Londra, 16 settembre 2015. Marble Stroller (2014).

Alla Royal Academy of Arts di Londra inaugura domani, 19 settembre, una grande mostra dedicata all'opera dell'artista e dissidente cinese Ai Weiwei, giunto da alcuni giorni nel Regno Unito, dove si tratterrà per sei mesi e dove in questi giorni sta partecipando a festeggiamenti in suo onore, incontri e appuntamenti pubblici. L'arrivo del noto artista è stato preceduto da uno scontro con il ministero dell'Interno britannico, che dopo avergli inizialmente concesso un visto di sei mesi, a pochi giorni dall'inaugurazione glielo aveva poi negato, con un'inattesa marcia indietro.

''Non pensavamo proprio che riuscisse a venire'', ha detto Tim Marlow, il direttore artistico del museo, secondo cui prima che si risolvessero i problemi legati ai documenti dell'artista sarebbero potuti trascorrere mesi ma anche anni. Negli ultimi cinque anni l'artista non aveva infatti potuto uscire dalla Cina: le autorità gli avevano confiscato il passaporto nel luglio del 2011 e gli hanno concesso di espatriare solo dallo scorso luglio.

Nel definire l'opera di Ai Weiwei, Marlow ha usato parole come ''conversazione tra il modernismo occidentale e la cultura e la storia cinese''. Molti dei suoi lavori esposti, quelli che lo hanno reso inviso al governo di Pechino, sono di impronta fortemente politica, con molti riferimenti agli abusi e alla questione dei diritti umani. Tra essi Straight, un "tappeto" di barre in acciaio recuperate dalle macerie di un devastante terremoto che nel 2008 ha colpito la provincia del Sichuan: una chiara denuncia, in ricordo degli oltre 5.000 studenti morti all'interno di edifici scolastici fatiscenti. L'installazione Remains, per altro verso, è formata da riproduzioni in marmo delle ossa di un detenuto morto in un campo di lavoro cinese.

Martedì Ai Weiwei ha incontrato i giornalisti di tutto il mondo accorsi presso la sfarzosa sede della mostra, dove l'artista, nel presentare le sue opere di fronte alle telecamere, si è mostrato euforico. Ora potrà seguire da vicino la reazione del grande pubblico alle sue opere, esposte fino al 13 dicembre presso la prestigiosa istituzione artistica, a pochi passi da Piccadilly Circus e dal quartiere di Mayfair. La critica britannica ha accolto con grande entusiasmo la mostra. The Independent, ad esempio, ha assegnato all'esibizione il punteggio pieno di cinque stelle.

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