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June 24 2021
Verrà inaugurata oggi, giovedì 24 giugno, alle ore 18 una mostra online, organizzata dal Museum of the Bible di Washington con la collaborazione di AGBU e dedicata ai siti sacri dell'Artsakh (Nagorno-Karabakh), dal titolo "Ancient Faith: The Churches of Nagorno-Karabakh".
L'evento, che si terrà sulla piattaforma Zoom, includerà "una tavola rotonda virtuale composta da stimati studiosi, esperti di conservazione e rappresentanti della chiesa". Nel dettaglio, "gli argomenti di discussione riguarderanno i siti ecclesiastici e l'architettura, i rischi che affrontano attualmente e la necessità di preservare queste chiese insostituibili e questa cultura materiale". Tra gli speaker previsti figurano: Christina Maranci (docente di arte e storia dell'architettura armena e presidente del dipartimento di storia dell'arte e dell'architettura presso la Tufts University) e Shahe Ananyan (Proto-Archimandrita). Ricordiamo, a questo proposito, che la questione del patrimonio culturale armeno costituisca una delle principali cause di tensione in corso tra Armenia e Azerbaigian: un tema che offre dei risvolti anche di natura geopolitica.
"Il Museo della Bibbia di Washington inaugura oggi una mostra su sui siti sacri dell'Artsakh. La mostra evidenzia come il patrimonio culturale degli armeni non riguarda solo degli oggetti o dei luoghi fisici, ma è identificato dagli armeni anche nella partecipazione alla vita culturale e religiosa della propria nazione", ha spiegato a Panorama Gaiané Casnati, architetto e membro del Centro Studi e Documentazione della Cultura Armena. "Questo ci rimanda", ha proseguito, "alla recente (18 giugno) pubblicazione da parte dell'Unione Europea di una Concept note sul patrimonio culturale nei conflitti e nelle aree di crisi e sulla sua importanza come componente per la pace e la sicurezza nell'azione esterna dell'Unione europea". "Si tratta infatti di un documento", ha continuato, "in cui si ribadisce il grande valore che il patrimonio culturale in entrambe le sue componenti tangibile e intangibile, ha per le persone. Purtroppo di questa importanza sono consapevoli anche i governi e le persone che utilizzano la distruzione dei monumenti come arma". "Lo studio, la documentazione e la diffusione delle informazioni su quanto sta succedendo sono le armi della resistenza pacifica (ma in qualche modo invincibile) delle vittime dell'aggressione contro il patrimonio armeno, che in diverse forme è in atto da diversi decenni nel Caucaso", ha concluso Gaiané Casnati.