Televisione
December 11 2020
Alessia Mancini riparte da Junior Bake Off. A sorpresa, Real Time punta sull'inedita coppia televisiva formata da lei e dal marito Flavio Montrucchio per la nuova edizione della sfida tra aspiranti piccoli pasticceri - giudicati da Damiano Carrara ed Ernst Knam - al via da venerdì 11 dicembre con il gran finale in onda la sera di Natale. Dopo qualche anno di assenza dal piccolo schermo, torna dunque alla conduzione e aggiunge un tassello alla sua carriera televisiva iniziata venticinque anni fa. «Devo tutto allo studio, alla preparazione e ai grandi incontri della mia vita, da quello con Boncompagni a quelli con Ricci e Gerry Scotti», racconta a Panorama.it a poche ore dal debutto.
Com'è arrivata la proposta per la conduzione in coppia di Junior Bake Off?
«Mio marito ed io già da un po' meditavamo l'idea di fare qualcosa assieme in tv e poco tempo fa Discovery ha mostrato interesse per noi, visto che di coppie che lavorano assieme in tv non ce ne sono poi tante. La rete ha pensato a noi per Junior Bake Off e l'ha comunicato a Flavio».
La vostra reazione qual è stata?
«Flavio non ha trattenuto l'entusiasmo e me l'ha comunicato il giorno del mio compleanno: regalo più bello non avrei potuto riceverlo».
La prima conduzione in coppia non si scorda mai. Che esperienza è stata?
«Noi siamo una coppia stabile e al tempo stesso movimentata perché ci divertiamo a prenderci in giro, a scherzare, a confrontarci senza filtri. Nella vita e così in tv, dunque non mancheranno momenti di sano battibecco».
Cosa l'ha colpita dei baby concorrenti del programma?
«La loro determinazione. Pur arrivando da un momento difficile, visto che abbiamo girato la scorsa estate, era molto sereni e instancabili. Mi ha colpito anche la loro creatività: erano pronti a mettersi in gioco più degli adulti».
Com'è stato per lei tornare alla conduzione dopo qualche anno di stop?
«Faccio questo mestiere da venticinque anni e so che rimanere sempre al vertice è difficile. Per me è stato un nuovo inizio, la scossa che mi ha dato quella carica che mi mancava da un po'».
La Mancini adolescente di provincia invece che cosa sognava?
«Volevo fare la giornalista, o meglio, l'inviata in territori di guerra. Poi a 16 anni venni scelta da Gianni Boncompagni per Non è la Rai e sono stata travolta dagli eventi. Però, appena ho potuto, pur tra mille impegni ho studiato comunicazione e mi sono laureata alla Iulm».
Se lo ricorda il giorno del provino per Non è la Rai?
«Frequentavo una scuola di danza classica e fu il mio insegnante a mandarmi, anche se io non seguivo il programma. Erano i provini per la quarta edizione, che poi sarebbe stata l'ultima, e ci presentammo in 15mila ragazze attratte dal manifesto di Ambra travestita da Zio Sam con la scritta "I want you a Cinecittà"».
Il risultato?
«Boncompagni mi notò e mi prese subito, a patto che il giorno dopo mi presentassi accompagnata da un genitore. All'epoca non c'erano i cellulari e corsi in una cabina e chiamai mia mamma che iniziò a strillare».
Era contraria?
«Sognava altro per me, un impiego stabile, il posto fisso. Poi si è ricreduta: "È giusto che ci provi", mi disse».
Le critiche contro Non è la Rai all'epoca erano feroci: nessuno la ostacolò in famiglia?
«No, perché videro quanto noi ragazze fossimo tutelate e protette. I più contrari erano i miei professori del Liceo, che chiamavano a casa per far cambiare idea a mamma: "Signora, non sa sta facendo, sua figlia ha tante capacità e rischia di buttarle". Il liceo l'ho poi finito con ottimi voti».
E poco dopo si ritrovò sul bancone di Striscia la Notizia.
«Anche in quel contesto, tutto accadde per caso. Roberta Lanfranchi rimase incinta e la produttrice di Striscia mi contattò per sostituirla. Fu la svolta vera».
Di Antonio Ricci che ricordo ha?
«Mi colpiva la sua intelligenza assoluta ed enigmatica. Lo stimo enormemente, in trent'anni ha saputo cavalcare i cambiamenti della tv in maniera unica, come pochi altri hanno saputo fare».
L'altro step, quello della consacrazione, fu Passaparola.
«Quel programma divenne un fenomeno mediatico, all'epoca andavo al supermercato e mi assalivano per un autografo. Per me è stato un momento di crescita umana e professionale e forse anche per Gerry Scotti, perché da Passaparola in poi è esploso il suo successo, è diventato parte dalle famiglie italiane. Per lui nutro un affetto immenso».
Era la "capa" delle letterine.
«Ma non ero una "capa" di quelle temute, sapevo farmi voler bene».
Con lei c'era Silvia Toffanin: s'immaginava che avrebbe avuto una carriera così importante?
«Eravamo una bella squadra, che bei ricordi… Lei era tra quelle che s'impegnava di più. Sono felice del suo successo e sinceramente ogni volta andare nel salotto di Verissimo è un piacere, mi sento a casa»
Lei ha fatto Non è la Rai, poi la velina e la letterina: ha incarnato alcune delle figure più criticate della tv degli ultimi 25 anni, alle quali Candida Morvillo dedicò il libro "La repubblica delle veline".
«Se mi sta chiedendo se mi sono mai sentita una donna oggetto, le rispondo di no. Sono sempre stata una donna pensante, anche a 16 anni, e questo mi ha permesso di non farmi schiacciare dalle critiche, spesso inutilmente feroci. Sapevo e so chi ero e chi sono, comprendo i meccanismi mediatici e rifuggo dai cliché».
Nella sua carriera c'è stato anche l'incontro con Mike Bongiorno. Che ricordo ha di lui?
«Ricordo la sua estrema professionalità. Scendeva dalla macchina ed era già pronto a entrare in studio per registrare. Era il comandante e noi dei soldatini che scattavano sull'attenti».
Se le dico Sandra Mondaini e Raimondo Vianello?
«Ho conosciuto meglio Sandra, che adoravo. La sua ironia era travolgente, lei era un personaggio unico e una donna speciale. Come coppia televisiva poi erano fenomenali. Mi divertirebbe molto fare una sorta di Casa Montrucchio, assieme a Flavio».
A proposito di lei e suo marito. Cavalcate poco il gossip per strategia o per puro caso?
«Zero strategia, non ci interessa creare rumors solo per stare sui giornali. Al gossip preferiamo i social, che ci hanno portato a condividere aspetti mai condivisi del nostro privato, anche se i nostri figli continuiamo a tutelarli».
Prima di Montrucchio però è stata al centro del gossip per alcune presunte storie.
«Ma non è mai stata una cosa rilevante per la mia carriera. Ricordo che a un certo punto scrissero che era fidanzata con Nesta, che all'epoca giocava nella Lazio. Un giorno mia madre mi chiamò e mi disse: "Alessia, me lo puoi dire se ti sei innamorata". Peccato che non l'avessi mai nemmeno conosciuto. In altri casi ho preferito non rispondere alle insinuazioni: sono per il "non ti curar di loro ma guarda e passa"».
Tornado ai social, suo marito qualche volta mostra il fisico in pose "piacione". È gelosa?
«Non leggo i commenti sotto le sue foto perché non ho tempo. Ma non sono gelosa e possessiva, non fa parte del mio carattere».
Il successo in famiglia come si gestisce nei periodi in cui uno è più sulla breccia dell'altro?
«Saremmo dei privilegiati a essere sempre entrambi sulla cresta dell'onda. È normale che uno supporti l'altro nei momenti difficili. Io poi ho una vita talmente piena di cose belle oltre al mio lavoro in tv che non ho mai patito troppo quando stata lontana dai riflettori».
Per anni è stata anche wedding planner. Come vanno gli affari?
«È stata un'esperienza nata per gioco in quanto una mia cara amica mi chiese di aiutarla. Nella vita mi piace essere anche imprenditrice e visto che avevo del tempo a disposizione, ho accettato la sfida. Nel lungo periodo mi sono resa conto che questo impegno stata prendendo il sopravvento sulla mia famiglia e il mio lavoro, quindi prima della partenza per l'Isola dei Famosi, nel e2018, ho deciso di chiudere questa piacevole e intensa parentesi».
L'Isola dei Famosi la rifarebbe?
«Sì, perché era un'esperienza nelle mie corde: sono partita sapendo cosa andavo a fare e alla fine ha arricchito molto sia me che la mia famiglia».
Al Grande Fratello Vip andrebbe?
«Non l'ho mai presa in considerazione. Nel mio percorso ho sempre fatto scelte che sentivo adatte a me. Ora sono concentrata nella conduzione con tanti progetti che sto valutando, spero qualcosa possa nascere con l'anno nuovo».
Il suo desiderio professionale?
«Lavorare sempre con libertà, continuità e avere la giusta consapevolezza di saper dire anche dei 'no' come ho fatto in questi in 25 anni. Il mio sogno adesso sarebbe quello di condurre un mio programma di cucina, perché il food è una delle mie grandi passioni e sui social lo dimostro (ride)».