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September 09 2016
"Ho ricevuto una nuova ballata da Chopin. Sembra essere il lavoro più vicino al suo genio (anche se non il più ingenioso) e gli dissi che, tra tutte le sue composizioni, è quella che più mi era piaciuta. Dopo un silenzio assai lungo mi rispose con enfasi: 'Sono contento di sentire dire ciò, visto che è anche la mia preferita e ne ho grande affezione".
Così scrisse Robert Schumann a Heinrich Dorn - ricorda il direttore di PanoramaGiorgio Mulè - a proposito della ballata per pianoforte n. 1 in Sol minore di Fryderyk Chopin, scritta nel 1835 durante i primi anni della sua permanenza a Parigi.
Un omaggio all'arte tutta
Allora aveva 25 anni il compositore, due in più di Marianna Tongiorgi, la straordinaria pianista toscana che, in una serata dedicata alla musica e alla bellezza, nello scenario di Villa Rufolo, a Ravello, ha omaggiato al piano il grande pianista polacco suonando meravigliosamente proprio quella ballata, durante la presentazione del libro firmato da Alfonso Signorini dal titolo "Fryderyk e George, storia di due anime" e che il direttore di Chi ha presentato in anteprima a Panorama d'Italia in tour sulla Costiera Amalfitana.
La musica di Chopin rieccheggia in Villa Rufolo, grazie alla pianista Marianna Tongiorgi #panoramaditaliapic.twitter.com/QvoIkpaxI3
Panorama d'Italia (@PanoramadItalia) 8 settembre 2016
"Quello che la storia ci ha lasciato da sapere è che Chopin concepisce nella sua brevissima vita un unico amore, quello per il pianoforte - racconta Signorini - ma le cose non sono andate proprio così... ".
Due anime tormentate
L'amore, infatti, quello vero, per un'altra persona, è stato un importante ingrediente della vita del pianista, che ne risultò sconvolta, fin dal giorno in cui vi entrò in contatto, nella forma di una donna androgina, fumatrice di sigari, che firmava i suoi libri e i suoi articoli con uno pseudonimo maschile, George Sand.
"Un'intellettuale, una radical-chic, la definiremmo oggi - dice Mulè -. Con tre figli da tre uomini diversi. Che non si volle mai sposare".
Ma che, nonostante tutto, riuscì a guadagnarsi il rispetto e la considerazione della società parigina.
"Di Chopin, la Sand disse: è il figlio che non ho mai avuto. E' un angelo del paradiso e quando si mette al pianoforte mi fa scoprire quei mondi di cui forse non sono neppure degna", continua Signorini nel racconto.
Tra i due nasce un sodalizio e, nel 1838, una storia d'amore, che durerà circa cinque anni.
Durante questo lustro, i due lasciano Parigi, mentre la malattia di Chopin, la tubercolosi che poi lo uccise, si aggrava sempre di più, e vanno in vacanza a Palma di Maiorca.
L'isola in cui alloggiano è deserta, ventosissima e in quanto tale del tutto inospitale, addirittura deleteria per un uomo malato di tisi.
Assieme vanno in visita a un vecchio convento abbandonato. Affittano un appartamento e lo raggiungono a dorso di mulo. Rimarranno lì due mesi, e sarà un periodo molto prolifico per il pianista mitteleuropeo.
Litigheranno spesso, durante il corso della loro relazione e lo scontro tra i rispettivi caratteri, così diversi, la porterà alla fine.
La storia di Chopin e Sand finisce male. Fanno dividere il quadro di Delacroix @alfosignorini#panoramaditaliapic.twitter.com/l20dVY0QUC
Panorama d'Italia (@PanoramadItalia) 8 settembre 2016
"Al merlo malefico - sottolinea Mulè - è la dedica di Chopin nella sua ultima composizione dedicata alla Sand dopo essere tornato a vivere, da solo, nella sua casa parigina che divideva con la sua ex amata".
Tra l'epilogo di questa tormentata relazione e la fine dell'esistenza sempre a cavallo tra l'empireo e gli inferi, ancora un intermezzo al pianoforte.
Dopo che il racconto di Signorini arriva al capitolo, l'ultimo, del funerale dell'artista (durante il quale egli chiese che venisse suonato il Requiem di Mozart e il suo stesso Preludio Op. 28 n°4) Marianna Tongiorgi delizia il pubblico, eseguendo quest'ultimo - improvvisando - con grande maestria.
In ricordo di Daniela Dessì
Ma non è tutto. La vera conclusione della serata è affidata a un'altra storia d'amore: quella tra il soprano Daniela Dessì, scomparsa all'improvviso lo scorso 20 agosto, e il suo compagno, il tenore Fabio Armiliato, che la ricorda cantando l'aria "E lucevan le stelle..." dal terzo atto della Tosca e A canzone d''e stelle di Tagliaferri-Murolo.