Economia
April 12 2018
Entra nel vivo la trattativa per salvare l’Alitalia, con da una parte il governo e dall’altra i tre soggetti che hanno presentato le uniche offerte ritenute valide. Si tratta di, Lufthansa, EasyJet, in qualità di capofila di una cordata che raccoglie Air France-Klm, Delta e fondo Cerberus, e della compagnia ungherese low cost Wizzair.
Ora la palla è in mano ai tre commissari straordinari della nostra ex compagnia di bandiera, Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, che dovranno scegliere quale delle tre proposte risulta effettivamente più funzionale a salvaguardare il futuro finanziario e industriale di Alitalia.
Una volta individuata l’offerta migliore, si aprirà la fase della negoziazione in esclusiva, che permetterà di andare nel dettaglio di alcuni nodi fondamentali, come gli esuberi e i costi per lo Stato.
Ma vediamo quali sono le specificità delle tre proposte in campo per rilevare Alitalia.
Lufthansa, considerata in pole position, è interessata solo alla parte volo, e sarebbe pronta a mettere sul piatto della trattativa 300 milioni di euro. Il vettore tedesco chiede però garanzie precise, dal risanamento ai diritti del personale di volo.
Nell'offerta dei tedeschi, secondo indiscrezioni, ci sarebbero inoltre 2mila esuberi sugli 8.400 dipendenti della parte Aviation di Alitalia. Intanto la stessa compagnia tedesca ha annunciato di voler assumere oltre 8mila nuovi dipendenti, per metà personale di cabina (900 piloti e 2.500 steward e hostess), in parte in arrivo da Air Berlin, di cui Lufthansa ha acquistato il grosso degli asset.
Anche la compagnia low cost inglese, così come Lufthansa, sarebbe interessata solo alla parte volo di Alitalia. Non è trapelata in questo caso l’entità dell’offerta economica, ma di certo EasyJet, che ha rilevato il resto degli asset di Air Berlin, vuole giocare con forza la carta della propria competenza nel contenere le perdite sul breve e medio raggio.
Dalla compagnia, in maniera ufficiale, in quste ore hanno fatto sapere di aver effettivamente presentato "una manifestazione di interesse rivista per un'Alitalia ristrutturata, insieme ad una cordata, e coerente con l'attuale strategia di EasyJet in Italia", non dando però ulteriori dettagli ma precisando che "in questa fase non c'è la certezza che una transazione andrà avanti" e dunque "fornirà ulteriori dettagli al momento opportuno".
È la novità di queste ultime ore, anche se in effetti, la compagnia low cost ungherese si era fatta avanti nei mesi scorsi mostrando interesse "per il breve e medio raggio". Stiamo parlando di una compagnia giovane, nata nel giugno del 2003, con hub principale situato a Budapest. Può contare su una flotta di un centinaio di aerei che nei prossimi anni conta di allargare fino a 130. Nel 2016, ultimi dati disponibili, ha trasportato quasi 23 milioni di passeggeri e nel 2017 ha raggiunto le 500 tratte e 144 destinazioni.
Non c'è dubbio che la vicenda Alitalia diventi, giorno dopo giorno, una partita complicata dall'incognita della politica e su cui pesa la spada di Damocle del tempo: il 30 aprile scade infatti il termine per avviare la negoziazione in esclusiva, ma visto il protrarsi dei tempi per la formazione del nuovo governo sembra sempre più probabile che si decida una proroga.
L'ipotesi è quella di un decreto per prorogare, probabilmente di ulteriori 6 mesi, al 31 ottobre, i termini per il negoziato. Il decreto potrebbe arrivare a ridosso della scadenza del 30 aprile. È possibile che si decida anche di prorogare i tempi per la restituzione del prestito ponte, al momento fissati al 30 settembre.
Intanto la prossima settimana inizierà il confronto in azienda con i sindacati per avviare una nuova tranche di cassa integrazione, per prorogare quella in scadenza a fine mese. La nuova Cigs chiesta dai commissari e che verrà attivata dopo la consultazione sindacale, coinvolge 1.680 dipendenti, di cui 90 comandanti, 360 hostess e steward e 1.230 addetti di terra.