Economia
May 03 2017
C'è una condizione essenziale per il salvataggio di Alitalia. E non è che al termine del commissariamento ormai obbligato qualcuno la compri. Prima ancora, è necessario che la Commissione Europea autorizzi lo Stato italiano ad erogare i 600 milioni di prestito ponte che servono alla compagnia per "sopravvivere" fino a ottobre, termine ultimo per l'attuazione del piano di salvataggio che il nuovo commissario straordinario dovrà preparare.
Perchè è importante
Il Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha le idee chiare: il management di Alitalia-Ethiad ha "sbagliato moltissimo" ha detto senza nascondere le responsabilità di chi la compagnia aerea l'ha mal gestita finora. Allo stesso tempo si è detto in linea con il Governo "contrario alla nazionalizzazione". Dunque il commissariamento volto alla vendita in toto come priorità o, in seconda battuta, in parti separate della compagnia è l'unica ipotesi sul tavolo.
Ma nel mezzo c'è l'operazione che ha messo a punto: occuparsi di fare in modo che Alitalia sia in grado di continuare ad operare in perfetto funzionamento fino a quando il piano industriale del commissario straordinario non verrà presentato e approvato. Per fare questo serve un prestito ponte dello Stato alla compagnia, da restituire una volta definito il suo futuro. Dunque, l'erogazione dei 600 milioni di euro necessari alla continuità aziendale, è essenziale.
"Il Governo ha escluso la nazionalizzazione di Alitalia e credo che i cittadini, che hanno pagato 7,5 miliardi, più questo prestito ponte, quindi 8 miliardi" per Alitalia, "sono molto attenti a come vengono usati i loro soldi e dobbiamo essere noi molto attenti a come vengono usati" ha detto Calenda a Radio Anch'io.
Come funziona
Le regole dell'Unione Europea prevedono che un governo possa aiutare un'azienda in crisi ma solo per 6 mesi, al termine dei quali l'azienda deve restituire l'importo ricevuto anche in caso di una sua completa ristrutturazione. I sei mesi dunque scadrebbero a novembre, qualora il prestito ponte venisse erogato entro maggio. Ci sono però due vincoli.
Gli altri prestiti ponte ad Alitalia
Non è certo la prima volta che Alitalia riceve un aiuto di stato sotto forma di prestito ponte. Nel 2008, per esempio, in occasione della trasformazione della compagnia da Alitalia a Cai (Compagnia aerea italiana) con la creazione della bad company che tenne tutto il debito, lo Stato erogò 300 milioni.
Dal 2008 ad oggi non sono certo passati dieci anni e quindi si potrebbe obiettare che lo Stato italiano non potrebbe erogare un nuovo prestito stante quanto previsto dai regolamenti comunitari. E invece no. Il motivo è presto detto: il prestito ponte nel 2008 venne erogato alla società Alitalia che poi scomparve per rinascere con il nome di CAI: non solo un nuovo nome ma una nuova realtà giuridica. Dunque si ricomincia da capo e oggi non c'è nessun vincolo (se non politico) a dire no al nuovo prestito ponte per la "nuova" Alitalia.