Economia
September 10 2021
Aiuti di Stato illegali: questa è stata la sentenza della Commissione europea sui due prestiti ricevuti da Alitalia nel 2017, per un importo complessivo di 900 milioni di euro. Per Bruxelles si è trattato di un'operazione non conforme alle norme Ue in materia di aiuti pubblici, e pertanto l'Italia deve recuperare da Alitalia l'intera somma, maggiorata degli interessi. Resta invece aperta l'indagine delle autorità europee sull'ulteriore prestito ponte di 400 milioni concesso alla compagnia nel 2019. "A seguito della nostra indagine approfondita, siamo giunti alla conclusione che i due prestiti pubblici del valore complessivo di 900 milioni di euro concessi dall'Italia ad Alitalia hanno conferito alla compagnia un vantaggio sleale rispetto ai suoi concorrenti, in violazione delle norme Ue in materia di aiuti di Stato", ha spiegato la vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, sottolineando che Roma dovrà recuperare gli aiuti da Alitalia "per contribuire a ripristinare condizioni di parità nel settore europeo dell'aviazione".
Nel concedere i due prestiti, ha sottolineato l'antitrust Ue, "l'Italia non ha agito come avrebbe fatto un investitore privato", in quanto non ha valutato in anticipo la probabilità che questi prestiti, maggiorati
degli interessi, potessero venire rimborsati. E a questo proposito, fanno sapere le autorità europee, dalla valutazione dei rendiconti finanziari di Alitalia effettuata all'epoca dalla Commissione è emerso che era improbabile che la compagnia, "in perdita dal 2008", fosse in grado di generare una liquidità sufficiente per rimborsare i prestiti entro le scadenze previste; inoltre, il vettore non avrebbe potuto vendere le sue attività per raccogliere liquidità sufficiente per rimborsare il debito. Per questi motivi, l'esecutivo comunitario ha concluso che all'epoca nessun investitore privato avrebbe concesso ad Alitalia questi prestiti, che pertanto costituivano aiuti di Stato ai sensi delle norme comunitarie.
I 900 milioni più interessi andranno recuperati, a quanto ha fatto sapere all'Agi la portavoce della Commissione europea per la Politica di Concorrenza, Arianna Podestà, "dalle dismissioni della compagnia", quindi presumibilmente dalla vendita di asset come vecchi aeromobili. In ogni caso a pagare non sarà Ita: per Bruxelles la nuova compagnia non è il successore economico di Alitalia e quindi non è responsabile del rimborso degli aiuti di Stato. A precisarlo è stata la stessa Commissione, aggiungendo che i conferimenti di capitale per 1,35 miliardi di euro a favore della newco sono invece conformi alle condizioni di mercato e non si configurano quindi come aiuti di Stato ai sensi delle norme Ue. "L'Italia ha dimostrato che esiste una chiara discontinuità tra Alitalia e la nuova compagnia aerea Ita", ha dichiarato Vestager.
Bruxelles ha anche definito nel dettaglio le prospettive per la nuova compagnia, con parole che prospettano uno scenario non favorevole rispetto alle aspettative dei sindacati. "Rispetto ad Alitalia, Ita sarà caratterizzata da una struttura dei costi più sostenibile, in termini di flotta e di contratto di lavoro", scrive la Commissione. Ita "assumerà un numero notevolmente ridotto di personale proveniente dal mercato, Alitalia compresa, ma con un nuovo contratto di lavoro conforme alle condizioni del mercato". Dimagrita e con contratti più leggeri, la nuova compagnia opererà su meno rotte: per il ramo d'azienda volo (aviation) Ita "avrà un perimetro di attività notevolmente ridotto e gestirà meno della metà della flotta di aeromobili di Alitalia, concentrandosi sulle rotte redditizie e abbandonando quelle in perdita. L'Italia si è inoltre impegnata a utilizzare solo un numero di slot di decollo e atterraggio di Alitalia commisurato alla capacità di volo di Ita". Quanto al brand Alitalia, "sarà ceduto al miglior offerente mediante gara aperta, trasparente, non discriminatoria e incondizionata, cui Ita potrà partecipare in concorrenza con altri offerenti", scrive la Commissione europea. Niente da fare, invece, per il programma di fidelizzazione MilleMiglia, che "sarà venduto" anche in questo caso con "una gara aperta, trasparente, non discriminatoria e incondizionata, alla quale Ita non potrà partecipare, in modo da impedire il trasferimento diretto di clienti tra le due società".
Quello che è certo è che Ita "non si farà carico dei biglietti prepagati che i passeggeri hanno già acquistato da Alitalia": a pagare, ancora una volta, sarà lo Stato. "Per evitare un impatto negativo sui passeggeri e garantirne la protezione, l'Italia ha accettato di rimborsare i biglietti prepagati che Alitalia non avrà onorato al momento della cessazione delle sue attività", ha precisato la Commissione europea.