Economia
October 03 2018
Si fa decisamente incandescente il clima intorno all’Alitalia, mentre appaiono sempre più incerte le prospettive future dell’azienda. O almeno, questo è quello che pensano i lavoratori che, se non dovesse arrivare presto una risposta convincente da parte del governo, sono pronti ad avviare una fase di mobilitazione che potrebbe arrivare anche allo sciopero.
E le motivazioni sono quanto mai impellenti: tra trenta giorni, ovvero il prossimo 31 ottobre, scadono infatti la Cig, il contratto e la procedura di vendita. Senza contare che per metà dicembre andrebbe restituito il prestito ponte.
E in tutto questo il governo, che per bocca del ministro Toninelli aveva qualche tempo preannunciato la decisione voler preservare l’italianità dell’ex compagnia di bandiera, non ha ancora trovato il modo di concretizzare tali annunci.
È proprio di fronte a questo vero e proprio stallo, che dura ormai da mesi, che la neonata Federazione nazionale del trasporto aereo (Fnta), che riunisce i piloti e gli assistenti di volo delle sigle professionali Anpac, Anpav e Anp, ha deciso di lanciare l'allarme preannunciando appunto una mobilitazione che potrebbe portare allo sciopero.
"Per quanto i risultati estivi siano stati positivi – ha spiegato il coordinatore della nuova sigla sindacale unitaria Stefano De Carlo -, le perdite consolidate al momento sono di 300 milioni e la compagnia chiuderà l'anno con perdite tra 400 e 500 milioni. La situazione – ha proseguito De Carlo - è tale che confrontando questi numeri con la cassa, pari a 700 milioni, a gennaio è tutto finito, i soldi non ci sono più".
È per questo che l’Fnta chiede con forza al governo di produrre delle "soluzioni in tempi molto rapidi: siamo già quasi oltre il tempo massimo. Un altro inverno noi abbiamo molti dubbi che Alitalia riesca a sopravvivere".
Ma prima che arrivi l’inverno, c’è un’altra data che potrebbe risultare quanto mai fatidica per il futuro stesso di Alitalia, ed è quella, già citata, del 31 ottobre prossimo.
Per quel giorno infatti è prevista innanzitutto la fine della Cassa integrazione (Cig) che coinvolge circa mille dipendenti. Poi scadrà il contratto, e sempre nella stessa giornata si chiuderanno i termini per la procedura di vendita, a proposito della quale, come già ricordato, il Governo, non ha ancora precisato come intenda tradurre la volontà di tenere il 51% dell’azienda in capo all'Italia.
In realtà, sul fronte vendita l’unica certezza è che al momento sul tavolo dei tre commissari straordinari rimangono aperti i fascicoli dei tre concorrenti ufficiali: la tedesca Lufthansa, l'inglese EasyJet, accompagnata dal fondo americano Cerberus, e l'ungherese Wizz air.
In tutto questo poi, come se non bastasse, entro il 15 dicembre Alitalia dovrà restituire i 900 milioni più interessi del prestito ponte, sul quale tra l’altro è anche aperta un'indagine dell'Ue. Insomma, un futuro a breve, che dire incerto è davvero poco.