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May 15 2019
Un mese dopo la dolorosa eliminazione per mano dell'Ajax che ha di fatto certificato la chiusura della stagione della Juventus, ecco il momento della verità tra Agnelli e Allegri. Va in scena l'incontro decisivo per capire chi siederà sulla panchina bianconera della prossima stagione, se l'allenatore dei cinque scudetti consecutivi o un uomo nuovo per aprire un ciclo diverso.
Il punto di partenza ufficiale sono le parole dette dai protagonisti in queste settimane. La conferma garantita da Agnelli la sera stessa del ko contro gli olandesi, gli annunci ripetuti da parte del tecnico ("Ho detto al presidente che voglio rimanere") e le sfumature differenti da parte di pezzi importanti della dirigenza bianconera a partire da Nedved e il suo "chi vivrà vedrà".
Il trascorrere lento e inesorabile dei giorni senza che ci fosse il confronto ha fatto crescere, però, il partito di quelli che considerano non scontata la prosecuzione del rapporto. Il vertice tra presidente e allenatore non sarà un semplice scambio di opinioni, ma un vero confronto a 360 gradi per capire cosa non è andato in questa stagione, come la Juventus può essere migliorata e quanto sia granitica la fiducia verso un tecnico che la piazza ormai contesta apertamente.
Ecco i temi sul tavolo del confronto che deciderà programmi e nomi della prossima Juventus. Non sono in ordine di priorità, nel senso che uno è incatenato all'altro alla ricerca di un equilibrio necessario per poter andare avanti o, in caso contrario, chiudere un ciclo che ha regalato grandi soddisfazioni e qualche delusione:
CONTRATTO - Allegri ha un accordo che lo lega alla Juventus fino al 30 giugno 2020. Si è detto disposto a restare anche a scadenza, ma il club ha un pensiero diverso e l'unica volta che ha iniziato un percorso in queste condizioni si è trovato a gestire l'addio di Conte a metà luglio. Non è detto che lo scenario sia lo stesso, però è chiaro che restare con Allegri significa prendere in considerazione un prolungamento che il tecnico vorrebbe lungo (almeno due anni) e ricco (aumento di stipendio).
VALUTAZIONE DELLA ROSA - Allegri pensa che la Juve di quest'anno fosse incompleta e non funzionale a far rendere al meglio Ronaldo e ad esprimere al massimo il proprio potenziale. Soprattutto in difesa e a centrocampo, anche per questioni anagrafiche, il suo giudizio è solo parzialmente positivo. Nella società c'è chi la pensa diversamente ("Rosa difficilmente migliorabile" ha detto Nedved) e in ogni caso ci sono anche scelte onerose che non è semplice rivedere a pochi mesi di distanza.
SCELTE DI MERCATO - La lista della spesa di Allegri è abbastanza chiara: due difensori centrali di cui almeno uno di alto livello, un centrocampista top e un attaccante alla Icardi (se non Icardi stesso). E poi un ragionamento sugli esterni difensivi perché Cancelo e Alex Sandro non lo hanno convinto fino in fondo. La Juventus, per ragioni di bilancio, non può mettergli a disposizione un mercato da 200 milioni di euro se non attraverso un'adeguata campagna di cessioni anche di giocatori di prima fascia. Difficile, però, che consegni un foglio bianco in mano all'allenatore tradendo quella che da sempre è la politica di una società molto attenta al rispetto dei ruoli.
MOTIVAZIONI - Allegri ha già detto di essere convinto di poter prolungare un ciclo già lunghissimo e anomalo per il calcio italiano. A differenza degli anni scorsi, non ha dubbi nemmeno dal punto di vista motivazionale. In società il giudizio sul suo calcio ha sfumature differenti e, pur senza scendere nel dualismo tra bel gioco e risultati (la Juve da sempre è risultatista) è chiaro che l'andamento di questa Champions League ha aperto un dibattito sulla proposta di calcio di Allegri e sul pieno adattamento alle necessità del football moderno.
L'aspetto decisivo per avere a disposizione le chiavi di lettura di quanto accadrà è, però, un altro e rimanda alla gerarchia decisionale all'interno della Juventus. Il nome del prossimo allenatore sarà scelto da Andrea Agnelli in prima persona,facendo sintesi delle diverse anime del club e anche delle esigenze di Allegri.
Non sarà il parere ormai chiaro (contrario a Max) di Paratici e Nedved e nemmeno l'ostilità del pubblico al livornese a far pendere con decisione l'ago della bilancia da una parte o dall'altra. Agnelli farà di testa propria e se ne assumerà la piena responsabilità come già fatto nel passaggio dell'addio a Marotta e della rivoluzione dell'organico dirigenziale del club.