L'Emilia-Romagna ancora colpita dalle alluvioni

L'Emilia-Romagna è stata nuovamente colpita da alluvioni devastanti che hanno messo a dura prova la resilienza della regione. Al momento, il bilancio è tragico: tremila persone sono state costrette a lasciare le proprie abitazioni, e una vittima, Simone Farinelli, un giovane ventenne di Pianoro, ha perso la vita a causa della violenta piena del fiumeZena.

Uno scenario che non rappresenta una novità per l'Emilia-Romagna nota per la sua percentuale di territorio a rischio di alluvioni in cui si stima che le aree potenzialmente allagabili coprano il 45,6% del territorio regionale, con oltre il 60% della popolazione che vive in zone a rischio.

Eppure, nonostante queste statistiche allarmanti, le frequenti allerte e le recenti alluvioni del 2023, le misure adottate per affrontare il problema si sono rivelate insufficienti, lasciando la regione vulnerabile a ulteriori eventi catastrofici.

Il professore Marco Marani, uno degli esperti incaricati di valutare gli eventi meteorologici estremi di maggio 2023 per conto della Regione Emilia-Romagna aveva anticipato che fenomeni come quelli del 2023 sarebbero divenuti frequenti.

“Abbiamo osservato che fenomeni che erano estremamente rari in passato, sembrano ormai una costante. Questi eventi ci indicano che le alluvioni diventeranno più frequenti in futuro. È un campanello d'allarme che non possiamo ignorare. Questo significa che c’è ancora molto da fare per mettere in sicurezza la regione e la manutenzione è un aspetto fondamentale: le ispezioni e la manutenzione degli argini devono essere regolari, e questo richiede ingenti fondi che devono essere stanziati per evitare che cedano".

Risorse che, come segnalato dalla Corte dei Conti, per la messa in sicurezza del territorio sono state utilizzate solo per il 10% dalla regione Emilia-Romagna. Questo dato, unito alla mancanza di tempestività e alla burocrazia, ha ritardato interventi vitali in una regione in cui la popolazione è a rischio di essere colpita nuovamente in modo devastante.

Le casse di espansione, progettate per assorbire le acque in eccesso durante le piene, possono rivelarsi indispensabili a ridurre gli effetti di gravi precipitazioni. Questi bacini artificiali di contenimento consentono di deviare temporaneamente ingenti quantitativi di acqua dei fiumi in ampi appezzamenti di terreno. L’Emilia-Romagna ha ricevuto, tra il 2015 e il 2022, 190 milioni di euro per realizzarne 23 ma, di queste ne funzionavano a pieno regime soltanto 12, altre 2 funzionano in parte, 9 attendevano la fine dei lavori e 2 erano ancora da finanziare.

“Siamo di fronte al quarto evento alluvionale significativo in Emilia-Romagna in meno di due anni,” afferma Luca Brocca dell'Istituto di ricerca sulla protezione idrogeologica. "Con 300 millimetri di pioggia caduti in soli quattro giorni, anche le migliori infrastrutture possono non essere sufficienti. Non è accaduto solo in Emilia-Romagna ma anche in Piemonte e in Liguria, ed eventi simili hanno colpito la Francia.

Non si tratta solo di aumentare le casse di espansione o alzare gli argini," prosegue Brocca, "serve una pianificazione più ampia che non si limiti alle sole infrastrutture. Il Mediterraneo è 4 gradi sopra la media, e ciò rende le perturbazioni ancora più violente. Il rischio di alluvioni è sempre più concreto, e dobbiamo agire ora, non tra qualche anno, perché la situazione è critica ed è destinata a peggiorare questo inverno. Occorre una buona campagna di comunicazione per la prevenzione”

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