Tecnologia
July 01 2021
Rendere il rapporto tra uomo e macchina meno problematico. «Soprattutto, più naturale». Riuscirci attraverso strumenti che tutti conosciamo, che anzi utilizziamo di continuo: «Come la voce, il mezzo più semplice e immediato». In generale, aiutare le aziende e gli utenti a interagire con la tecnologia in maniera intuitiva. Dare loro modo di raggiungere risultati complessi percorrendo strade semplici.
È l'obiettivo di Almawave, eccellenza italiana quotata in borsa dallo scorso marzo nel mercato Aim, dedicato alle piccole e medie imprese innovative ad alto potenziale di crescita. Una posizione che è già una prospettiva e una promessa per questa società che intende intercettare il filone in crescita dell'intelligenza artificiale, per nulla inficiato dalla pandemia nel Bel Paese. Al contrario, capace di crescere del 15 per cento nel 2020 rispetto al 2019, raggiungendo un valore di 300 milioni di euro, stando ai dati del Politecnico di Milano. Almawave, guidata dal Ceo Valeria Sandei, ha fatto persino meglio: ha chiuso lo scorso anno con ricavi in crescita del 26 per cento. Proprio il Ceo racconta a Panorama.it cosa rende così particolare e profittevole l'approccio dell'azienda.
Cominciamo da qui. In quali modi Almawave rende più semplice, intuitiva e immediata l'interazione con la tecnologia, il dialogo tra l'uomo e la macchina.
Le nostre piattaforme supportano oltre 30 lingue e ciò consente di raggiungere e facilitare il lavoro di oltre 100 clienti nel mondo. Gli utenti sono oltre 7 milioni ogni mese e le applicazioni molteplici, dal settore pubblico a quello privato. Tanto che le nostre tecnologie italiane sono state scelte da un gigante dell'IT statunitense, una delle più importanti società al mondo del settore, Unisys. Confermando una collaborazione avviata da anni, ha voluto implementare con la nostra tecnologia una delle proprie piattaforme passando da 4 a 10 lingue servite. Si tratta nello specifico di un sistema per la gestione dei servizi rivolti ai propri dipendenti da parte di aziende di ogni continente. Un'altra prova di come la tecnologia possa facilitare la vita alle persone.
Ci spieghi meglio come funziona.
Si tratta di Audioma, una soluzione che consente di interrogare un assistente virtuale con il semplice uso della voce, per risolvere le problematiche più comuni. Sviluppata da PerVoice, società che fa capo ad Almawave, Audioma è una suite di prodotti integrati per la comprensione del parlato che rende disponibili servizi di trascrizione, sottotitolazione, traduzione automatica e sistemi di comando e controllo. Queste ultime funzionalità, applicate all'assistente virtuale della piattaforma di Unisys, garantiscono la comprensione del parlato in inglese, cinese mandarino e giapponese passando per portoghese, italiano, tedesco e spagnolo oltre che, dal mese di aprile, in francese. Questo ampio spettro di lingue consente alla società statunitense di soddisfare le esigenze dei clienti in gran parte degli Stati del mondo.
Un focus a parte lo merita l'aspetto sanitario, esplorato invece su scala nazionale. Con gli Ospedali Riuniti di Ancona avete dato il via a un progetto per la cura del Covid con l'AI. Perché è utile?
Si tratta di RicovAI-19, un progetto che utilizza l'intelligenza artificiale per aiutare il medico di base ed il sistema ospedaliero territoriale, limitando solo alle situazioni più problematiche gli accessi al Pronto soccorso e facilitando così il lavoro del personale medico. Con un'app sul telefono e un piccolo strumento di rilevamento che sfrutta la connessione Bluetooth, il paziente sintomatico o positivo al Covid può monitorare autonomamente il proprio stato di salute.
In che modo?
Il sistema di Ai invia in tempo reale al medico curante le informazioni raccolte su quasi 70 parametri, dalla pressione arteriosa alla saturazione del sangue, dalla temperatura corporea all'elettrocardiogramma, per citare le basilari. La tecnologia elabora immediatamente il cosiddetto «Indice di stabilità clinica» e il medico può così monitorare giornalmente l'evoluzione del caso, per dedicarsi con più attenzione alle situazioni critiche, decidendo sul decorso di ciascuno e valutando se sia necessaria o meno una visita in presenza, in base alle esigenze di ogni singolo paziente.
Quali sono le ricadute sulla pressione ospedaliera?
Sono decisive: quanti meno contagi avremmo potuto riscontrare nei mesi più difficili della pandemia con un sistema che, in tempo reale, fornisce tutte le informazioni utili per capire se un paziente rischia un decorso critico o se invece è ammalato in forma lieve? Ad Offagna, il piccolo comune delle Marche dove abbiamo avviato la sperimentazione di RicovAI-19, i risultati in questo senso si stanno vedendo, e potenzialmente, pensando ai molti ambiti della sanità, le possibilità di sviluppo sono davvero estese.
Cosa si potrebbe fare per rendere il meccanismo ancora più efficace? Cosa proponete?
Perché non poter facilitare la gestione ospedaliera dei pazienti, raccogliendo in un unico sistema digitale tutte le informazioni relative agli esami di approfondimento svolti da un certo anno in poi? Queste potrebbero sembrare solo suggestioni, ma non lo sono. E sono convinta che il lavoro fianco a fianco dei nostri professionisti con esperti del mondo della sanità potrà presto aprire nuove strade. Scegliere l'intelligenza artificiale non significa sostituire l'uomo, tantomeno il medico, ma fornire al medico un alleato. E un supporto ulteriore al paziente. È in atto un cambio di paradigma: dal concetto di telemedicina a quello di salute connessa.
Che cosa significa la quotazione di Almawave e a che cosa può portare in prospettiva?
Siamo approdati in Borsa con l'intento di accelerare ulteriormente la nostra crescita e di migliorarci costantemente per offrire più servizi ai nostri clienti, attraendo talenti ed eccellenze. La quotazione rafforza la nostra posizione e la reputazione di realtà all'avanguardia nel nostro comparto, quello dell'intelligenza artificiale, che è in assoluta espansione, in Italia come all'estero. Con il sostegno dei mercati vogliamo continuare a supportare aziende e pubbliche amministrazioni nella sempre più pressante sfida di ridurre le barriere tra sé e la tecnologia. Gli indirizzi del Recovery Fund vanno in questo senso. Da parte nostra le competenze di oltre 220 professionisti unite alle collaborazioni consolidate con il mondo dell'università e della ricerca, sono pronte a fare il resto.