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September 18 2024
In programma a Perugia il prossimo 20 settembre e organizzato dal Centro internazionale magistrati Luigi Severini unitamente alla prestigiosa Société de législation comparée e all’Unione internazionale dei magistrati, il Forum punterà lo zoom sulla cultura della giurisdizione.
Per Daniela Piana, sociologa del diritto e politologa a Bologna, e coordinatrice scientifica dell’iniziativa, «per parlare di imparzialità ci vogliono occhiali progressivi».
Saranno Giovanni Canzio, Paolo Micheli, Stefano Mogini, Giancarlo Montedoro, Giacomo Oberto, Daniela Piana, Raffaele Sabato, Giuseppe Severini, Irene Stolzi e il vice ministro della giustizia Francesco Paolo Sisto a rappresentare il nostro paese il prossimo 20 settembre in un convegno internazionale di studio sull’imparzialità e la qualità del giudice. Prestigiosi gli organizzatori: Il Centro Internazionale Magistrati vide la luce il 04 giugno 1954 e fu intitolato alla memoria del magistrato umbro Luigi Severini con l’obiettivo di attuare sul piano internazionale lo scambio delle esperienze di giuristi di tutto il mondo; la Società di Legislazione Comparata, associazione riconosciuta di pubblica utilità, fondata nel 1869 a Parigi, che riunisce accademici, magistrati, avvocati, notai e giuristi d'impresa, francesi e stranieri; L’Unione Internazionale dei Magistrati, fondata nel 1953 a Salisburgo, in Austria, è un’organizzazione internazionale cui aderiscono non i singoli giudici, ma le associazioni nazionali di magistrati: comprende oggi 94 associazioni nazionali provenienti dai cinque continenti e il suo fine è la salvaguardia dell’indipendenza dell’ordine giudiziario,
Un tema di cui non si smette di parlare. Un evergreen. Eppure non è vero che si tratta di un caso di quello che gli studiosi definiscono new wine in old bottle. Fenomeni nuovi, aspetti emergenti, sfide che la contemporaneità lancia in modo inedito alle garanzie che nel corso di tutto il Novecento i paesi, certamente in Europa, ma non solo, basti pensare all’America Latina e all’Africa, per fare qualche esempio, hanno costruito e cercato di consolidare.
Professoressa Piana, lei si occupa di politiche di promozione della qualità della giustizia da anni. Cosa c’è di nuovo e perché parlarne oggi?
«Il modello di auto-governo ha rappresentato la forma verso la quale ha teso a convergere un lungo dibattito sviluppatosi in concomitanza con l’elaborazione di soluzioni istituzionali “salvaguardia” da inserire in sistemi demo-costituzionali in transizione. Il Forum di Perugia vedrà esperti, istituzioni e media: punteremo su toni pacati, ragionamenti scientifici e sguardi comparati. In fondo tutti e tre i partner organizzativi hanno nella propria missione istituzionale la promozione del dialogo fra le magistrature e gli studiosi di scienze del diritto».
Un bel parterre, innanzitutto…
«Proprio mettendo in primo piano questo elemento costitutivo identitario il Forum vedrà la partecipazione di studiosi e attori istituzionali di primordine, fra cui il giudice Raffaele Sabato della Corte europea per i diritti dell’uomo, Marylin Haff, presidente della prima commissione dell’Unione internazionale dei magistrati, Giacomo Oberto, Segretario generale della stessa Unione, François Molinié presidente della Société de Législation Comparée, Antoine Garapon, maitre à pensée da decenni faro nella antropologia e sociologia giuridica internazionale, Ingrid Derveaux, Segretaria generale della Rete europea delle scuole della magistratura e il Vice-ministro della giustizia Francesco Paolo Sisto».
Livello scientifico e assoluta connotazione di dialogo e di reale discussione sui temi in oggetto
«Tutto ciò giustifica anche la scelta della cosiddetta Chetam House Rule – i documenti che escono da Forum non porteranno la firma individuale di nessuno dei singoli partecipanti – certamente è una delle ragioni per cui nella tavola rotonda pomeridiana sono attese le riflessioni del vice ministro della giustizia Sisto in una ottica di alto profilo istituzionale».
Per come sta presentando la questione appare un evento accademico. Dove sta l’elemento che ne fa un unicum per il paese?
«Il Forum è esattamente il passo concettuale e pratico che serve per mettere a fattor comune le diverse esperienze nazionali, riconoscere i punti deboli e i punti forti dei modelli, trovare le condizioni che sono necessarie non solo alla introduzione delle garanzie di imparzialità, ma anche le condizioni che sono vitali perché l’imparzialità si mantenga nel tempo. Si tratta di un modo per dire, scientificamente, che lo Stato di diritto non è mai un acquis. È qualcosa per cui interrogarsi impegnarsi e agire senza discontinuità, anche nei paesi che formalmente sembra abbiano tutte le norme necessarie per tutelare l’imparzialità del giudice».
Come avete lavorato per preparare i contenuti e le proposte che presenterete?
«Questo Forum è il risultato di un lavoro corale. Un gruppo di esperti di alto livello e di fama internazionale, proveniente da molti paesi e da diverse traiettorie professionali, che ha lavorato su una comune base concettuale, per arrivare ad una serie di highlight che offre al dibattito pubblico e istituzionale. Con una regola fondamentale. Nulla è scritto ed affermato in chiave personale. Ci teniamo molto a questo aspetto».
Lei ha coordinato scientificamente questo percorso. Il dialogo fra ricerca scientifica e scelte istituzionali è possibile, necessario, difficile?
«Credo che sia possibile e credo che sia necessario. Penso che si tratti di un dialogo che arricchisce di contenuti entrambe le parti dialoganti: i concetti hanno bisogno di essere messi alla prova con la realtà dei fatti e i fatti sono connotati per pluralità di culture e di esperienze storiche. Al contempo i fatti si comprendono meglio quando abbiamo strumenti solidi per interpretarli».
L’idea del Forum di Perugia nasce dal confronto…
«Confrontarsi fra paesi e fra professionalità diverse perché la imparzialità della giurisdizione è un fenomeno complesso oltre che un principio da salvaguardare. La comprensione della complessità e la identificazione di possibili risposte ai problemi e alle sfide dell’oggi vengono solo dal mutuo confronto e dall’apprendimento orizzontale».