Lifestyle
July 19 2016
Rome (Georgia), Venice (California), Pàlermo (North Dakota), Florence (Alabama), Genòa (Nevada), Naples (Florida), Milan (Ohio), Verona (New Jersey). Ecco le tappe del viaggio del giornalista Alberto Giuffrè nell’America che porta ancora con sé un pezzetto di Italia. Lo racconta nel reportage Un’altra America, ora in libreria per i tipi di Marsilio.
È straniante osservarsi così, sembra di stare su un altro pianeta. Un pianeta dove Palermo (anzi, Pàlermo) è la capitale settentrionale del petrolio USA (merito della tecnica estrattiva chiamata “fracking”), a Venice (piena silicon valley) non scorrono i canali ma fiumi di silicio, a Milan non si fa l’aperitivo in Galleria ma ci si strafoga di hamburger (oddio, in effetti questo è uguale).
È un pianeta curioso e popolato di alieni. Come un certo Mick Jagger che un giorno piomba a Florence, Alabama, per respirare il vero sapore del blues e registrare canzoni immortali. O Mark Twain, seduto a bere al bancone del più antico locale di Genoa, Nevada.
Toponimi la cui origine si perde nella storia, a volte nella leggenda. Forse fu un prete ricco d’immaginazione a riconoscere in quelle montagne la forma della costa ligure? Oppure un bandito? Chi lo sa, non è poi così importante. Conta molto di più avere in città il maggior numero di chiese dello stato, o il saloon più antico, che sapere nell’immaginazione (o disperazione) di chi affonda le radici l’origine di un nome.
Così è la storia dell’America, così sono le sue strade, e così sono le vite che Giuffré raccoglie nel suo libro: improbabili, incredibili, generose, americane.