Televisione
December 15 2016
In televisione c’è spazio per tutti. I mediani, le meteore, i perdenti di successo, le star che non tramontano mai e i personaggi trasversali che non sbagliano un colpo (o quasi). In quest’ultima categoria può essere incasellato Amadeus – al secolo Amedeo Sebastiani, da Verona con furore – che dopo trent’anni di carriera sta vivendo una nuova giovinezza televisiva. Sì, perché se c’è un conduttore che chiude in positivo il bilancio del 2016, è senza dubbio lui: prima il successo di clamoroso di Reazione a Catena, poi la riconferma del cult Stasera tutto e possibile e ora il ritorno in prima serata su Rai Uno con Music Quiz, nuovo esperimento prodotto da Endemol Shine Italy al via da venerdì 16 dicembre, quattro puntate ad alto tasso di divertimento e competizione, con una gara muscale che vedrà contrapporsi otto personaggi famosi. Ma all’orizzonte, per lui già si stagliano altri progetti di peso e si parla di un suo possibile sbarco nell’access time dell’ammiraglia Rai. Ecco cos’ha raccontato a Panorama.it alla vigilia del suo nuovo impegno lavorativo.
Amadeus, partiamo da Music Quiz. Sei teso per il ritorno in prima serata su Rai 1 o dopo tanti anni di carriera ci si abitua a domare l’emozione?
(ride) Una prima serata su Rai 1 è sempre importante. Non ci si abitua mai, soprattutto chi, come me, vive ogni programma come un inizio: in questo caso poi c’è la curiosità di capire come il pubblico recepirà un format completamente nuovo. Io poi non do mai nulla per scontato e dunque c’è la giusta agitazione.
È vero che questo format lo hai scoperto tu?
L’ho visto due anni fa e ne avevo parlato con il direttore Andrea Fabiano che ha accettato la scommessa di riportare la musica in prima serata su Rai 1 sotto forma di gioco. Ci saranno due squadre di vip in gara, composte da quattro uomini e quattro donne, che non dovranno indovinare il titolo della canzone ma il cantante: può sembrare facile ma non è così scontato ricordarsi l’interprete, anche se si tratta di successi famosissimi, perché ci saranno diversi imprevisti e accorgimenti che complicheranno le cose.
In fondo la musica è il pretesto per fare festa…
Esatto. Si ascoltano decine di successi e per questo è un format molto radiofonico. Mi piace portare l’intrattenimento un po’ folle in tivù e spero che Music Quiz piaccia al pubblico. Gli ospiti? Posso anticipare che ci saranno tra gli altri Al Bano (la puntata è stata registrata prima che il cantante fosse colpito da un infarto, ndr), Manuela Arcuri, VladimirLuxuria e Claudia Pandolfi.
A proposito di intrattenimento, di Stasera tutto è possibileci sarà una nuova stagione già in primavera?
Dovremmo aspettare il prossimo settembre, poi non so se ci saranno novità perché questo dipende dal direttore di rete. Nel complesso, sono soddisfatto perché sono state dieci puntate di grande successo e la “stanza inclinata” è entrata nell’immaginario collettivo.
In generale possiamo dire che sei uno dei conduttori più trasversali di queste ultime stagioni: ma dove ti senti più a casa?
In realtà lo sono sempre stato, prima a Mediaset – quando facevo Deejay Television e Buona domenica, rispettivamente su Italia 1 e Canale 5 – poi in Rai: in contemporanea con L’Eredità ho fatto Music Farm. Non esiste l’abito per Rai 1 e quello per Rai 2, mi piace stare su più fronti e so che sulla seconda rete posso sperimentare di più. L’importante è fare un programma che funzioni…vado anche su Rai 3 se mi chiamano. (ride)
Hai citato Music Farm, un format fortissimo di cui molti sui social invocano il ritorno. Visto che Rai 2 nel 2017 non avrà più The Voice e manca un talent musicale, ne faresti una nuova edizione?
Io ho condotto la prima edizione con un cast pazzesco, da Loredana Berté ai Ricchi e Poveri a Fiordaliso e Riccardo Fogli. Era una piccola Canzonissima, c’era una gara canora molto divertente e la beauty farm era solo un pretesto per far stare assieme i protagonisti. Certo che lo rifarei perché è uno show sempre attuale, magari aggiungendo qualche cantante dai talent per rendere più contemporanea la formula.
Veniamo al presente e al futuro, ma prima togliamoci una curiosità. Si è molto parlato del tuo ritorno all’Eredità negli ultimi mesi: siamo in zona fanta-tv o c’era qualcosa di vero in quelle indiscrezioni?
Il mio nome è ancora molto legato all’Eredità, di cui ho condotto le prime quattro stagioni, ma
continua a funzionare benissimo senza di me. Non avrebbe molto senso che io tornassi anche perché dovrei modificare delle cose per cucirmelo addosso. In maniera ufficiale non mi è stato chiesto e non c’è stata alcuna trattativa. Comunque voglio molto bene a quel programma.
In queste ore vieni accreditato come conduttore in pectore della nuova versione de I Soliti ignoti, in onda da marzo al posto di Affari tuoi. È così?
Premesso che non è detto che il conduttore debba saperlo per primo, io faccio un passo alla volta. Ci sono dei progetti per Rai 1 ma non necessariamente legati all’access e in questo momento non ho conferme, non avendone parlato col direttore Fabiano. Nel caso fosse vero, ci penserò a marzo.
Intanto ti aspetta anche quest’anno il Capodanno di Rai 1, in diretta da Potenza. Ci saranno gli sms nel “sottopancia” dopo la bestemmia sfuggita ai controlli lo scorso anno?
Credo di no, a meno che non si metta in piedi una tripla verifica. Ci fu anche un problema per il countdown anticipato e proprio per evitare ulteriori polemiche ho già detto che mi porterò direttamente da casa l’ora di Greenwch. Ironia a parte, sono contento perché al mio fianco ci sarà Teo Teocoli, un grande artista che stimo molto.
Il tuo nome viene sempre associato al quiz e all’intrattenimento ma c’è un genere televisivo che ti piacerebbe sperimentare?
La mia passione è l’intrattenimento, il varietà ma onestamente non c’è un genere che vorrei sperimentare. Più che i generi, io amo i format: mi piace capire cosa potrebbe funzionare in Italia e per questo vado all’estero, visiono nuovi programmi, mi infilo nel pubblico e quello che mi colpisce cerco di portarlo qui e proporlo in Rai.
Ti immagini anche come produttore?
No, perché diventerebbe un lavoro immane. Io sono molto pigro e poi ognuno ha il suo mestiere: mi limito al prodotto, al massimo posso adattare un format.
Nel tuo futuro c’è Sanremo?
Se ti chiedono di fare Sanremo devi dire di sì. Per chi fa il mio mestiere è un punto di arrivo importante, amplifica tutto, ti lancia verso nuovi traguardi professionali o rischi grosso scivolando su un’edizione non riuscita. Se capiterà sarò felicissimo, se non dovesse capitare farò altro: non è che non ci dormo la notte (dice ridendo).
In estate sarai nuovamente al timone di Reazione a catena?
Dovremmo ripartire a fine maggio e finire a settembre inoltrato ed è l’unica certezza che ho. Non so invece se cambierà qualcosa nel meccanismo.
Al Corriere della Sera di recente ti sei raccontato a cuore aperto, parlando dei tuoi momenti duri a livello lavorativo, quando il telefono non squillava. Ora rispondi a quelli che all’epoca ti snobbavano?
Quando non squilla è perché non deve squillare. Non voglio dare la colpa a nessuno, perché riconosco i miei errori. Ora rispondo a tutti, faccio il pieno, poi vediamo cosa accadrà in futuro. In questo momento sono più razionale, affronterei quelle difficoltà in un altro modo.
Cosa sognava Amedeo Sebastiani da bambino?
Sognava di fare il conduttore, ma era qualcosa di irrealizzabile e lontanissimo. Guardavo in tivù Corrado, Johnny Dorelli e Pippo Baudo: il giovedì stavo incollato alla tivù per il Rischiattutto, il sabato c’era l’appuntamento fisso con Canzonissima. Quando quest’estate mi ha chiamato Dorelli per complimentarsi – è un appassionato di Reazione a Catena – pensavo fosse uno scherzo: il mio animo disincantato è quello del fan e Il mio sogno si realizza ogni volta che si accende la luce rossa della telecamera. Per questo do valore a tutto quello che faccio: entrare nelle case della gente è una responsabilità immensa.