Musica
October 17 2017
Dopo i successi dei due live estivi alla Versiliana di Marina di Pietrasanta e allo Sferisterio di Macerata, l'orchestra di Gerardo Di Lella, uno dei più creativi e versatili direttori d’orchestra italiani, tornerà a omaggiare la disco music degli anni Settanta venerdì20 ottobre all'Auditorium Conciliazione di Roma (ore 21) in un concerto-evento con Amii Stewart, grande protagonista del periodo con la hit mondiale Knock on wood.
I 22 elementi della Pop O’rchestra diretta da Gerardo Di Lella riproporranno con arrangiamenti ad hoc l’atmosfera originale dei brani più celebri ed emozionanti di quegli anni, come Le Freak degli Chic, Cuba dei Gibson Brothers, Can't Take My Eyes Off Of You di Gloria Gaynor, The Best Disco in Town di Ritchie Family, YMCA dei Village People, Mamma Mia e Waterloo degli Abba, oltre a un medley dedicato all'indimenticabile Donna Summer, la cantante preferita da Amii Stewart.
"Adoro Donna Summer - sottolinea l'artista americana in un'intervista telefonica con Panorama.it-lei poteva cantare qualsiasi cosa, anche se il suo repertorio è prevalentemente dance, ma aveva un'immagine talmente enorme che senza di lei non ci sarebbe stata la disco music".
Sulla genesi del progetto disco con l'orchestra di Di Lella, Amii ha raccontato che "Gerardo è un bravissimo maestro d'orchestra, mi ha contattata già altre volte ma ero impegnata in altri progetti: adesso, nell'anniversario dei 40 anni del La febbre del sabato sera, tutti gli ingredienti erano giusti per imbarcarci in questa nuova avventura. Sono felice di lavorare con la sua orchestra, si è creata una bellissima atmosfera sul palco e in platea".
Nel 2017 si celebrano i 40 anni dall'inaugurazione del leggendario Studio 54 di New York e dall'uscita de La Febbre del sabato sera nei cinema, eppure la disco music non solo non è mai tramontata nei cuori di milioni di appassionati di ogni età, ma è ancora attualissima.
Sui motivi dell'imperituro successo della disco music, Di Lella non ha dubbi: "C'è un insieme di ingredienti molto forti: innanzitutto le melodie, belle, efficaci, apparentemente semplici ma non facili, che, una volta ascoltate, non se vanno più dalla mente. Hanno una potenza espressiva intatta, quel suono resterà per sempre, anche di più di quello degli anni Ottanta, più freddo".
"Alla fine degli anni Settanta c'era voglia di trasmettere felicità con la musica -aggiunge il direttore d'orchestra- si veniva dall'incubo della guerra del Vietnam. Barry White è stato in grado di rinnovare la musica black inserendo gli archi dell'orchestra occidentale sulla ritmica afroamericana, dando un nuovo sapore alla dance".
Di Lella ha già collaborato con grandi nomi della musica internazionale come Diane Schuur, Gloria Gaynor e Tony Hadley .
Tre artisti che lo hanno colpito per "l'altissimo livello di professionalità: sono persone che prendono un aereo, attraversano l'oceano e, appena arrivate, salgono su un palco e si accende immediatamente la magia, com'è accaduto a Roma il 31 maggio con Gloria Gaynor, che è salita alle 22 praticamente senza conoscere nessuno dei miei musicisti e, nonostante ciò, ha fatto una grande esibizione, come se suonassimo insieme da anni".
Amii Stewart è legatissima all'Italia, dove vive da anni, collaborando con artisti del calibro di Morricone, Moroder, Piovani, Mike Francis e Gianni Morandi, ma non ha dubbi su chi è rimasta più legata: "Semplice, dopo Francesco (Mike Francis), che era un fratello per me, ti rispondo il maestro Ennio Morricone, insieme al quale ho registrato un disco intero, Pearls, e i temi de La Piovra, Il Segreto del Sahara e Nuovo Cinema Paradiso.
Lui mi ha insegnato a non dare limiti alle possibilità: la prima volta che l'ho incontrato ero terrorizzata di non essere in grado di cantare nel modo che a lui sarebbe piaciuto, così mi ha messo subito a mio agio, mi ha trattata da artista vera, suggerendomi di non avere dubbi e di fidarmi di più del mio talento, di proteggere e di credere nel mio strumento vocale, di condurre una vita sana. Grazie a lui ho avuto più fiducia in me stessa non solo come cantante, ma come persona".
Meno fortunata è stato la collaborazione con Giorgio Moroder, 3 volte vincitore del Premio Oscar e indiscusso padrino dell'eurodisco: "Le canzoni che abbiamo registrato insieme non erano concepite per la mia vocalità, era un progetto freddo fortemente voluto dalla mia casa discografica. Io non ero convinta per niente e, purtroppo, non mi sono sbagliata. Peccato, ma ho comunque una grandissima stima di lui".
Nel 2018 ricorreranno i 40 anni dall'uscita del singolo Knock on wood, poi diventato, in seguito al suo clamoroso successo mondiale, anche il titolo dell'album del 1979.
Un successo la cui ricetta è questa: "Era una canzone pazza e unica nel suo genere - sottolinea la cantante- Quando ho sentito per la prima volta la base, ho detto al produttore 'Che cosa ti sei preso ieri sera? Hai bevuto?'.
"C'erano suoni che non avevo mai sentito prima, in più faceva caldissimo in studio perché l'aria condizionata non funzionava. La porta era aperta e, quando è partito il brano, le finestre delle macchine tremavano a 50 metri dallo studio. Knock on wood era troppo forte e lo è tuttora. Sarò per sempre grata a quella canzone e non mi stancherò mai di cantarla, perché il pubblico, attraverso di essa, mi ha dato tanto amore e tanta fiducia, lanciando la mia carriera".