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April 08 2016
"La gioia dell’amore che si vive nelle famiglie è anche il giubilo della Chiesa. Come hanno indicato i Padri sinodali, malgrado i numerosi segni di crisi del matrimonio, “il desiderio di famiglia resta vivo, in specie fra i giovani, e motiva la Chiesa”, si apre con queste parole l’attesa esortazione apostolica di Papa Francesco sulla famiglia, "Amoris Laetitia" ("La gioia dell’amore"). Raccoglie il frutto dei due Sinodi dei vescovi (ottobre 2014 e ottobre 2015) dedicati alle sfide della famiglia oggi nel mondo.
Un testo di oltre 260 pagine, nove capitoli e più di 300 paragrafi, con citazioni che spaziano dal leader dei diritti civili Martin Luther King al sociologo tedesco Erich Fromm, dal film danese "Il pranzo di Babette" a documenti delle Chiese del Kenya, dell’Australia, dell’Argentina. Con un bellissimo capitolo dedicato alla famiglia nella Bibbia e uno alla spiritualità familiare.
"Misericordia" è la parola chiave per capire qual è l’atteggiamento che il Papa propone per far fronte alle diverse sfide e fragilità che la famiglia oggi incontra nel mondo. "Accompagnamento", "integrazione", "gradualità", "comprensione", questo lo stile che il pontefice chiede alla Chiesa e ai suoi pastori per rivolgersi alle famiglie. Un testo che, di fatto, non fa sconti sulla dottrina ma che spinge ad aprire nuove strade, nuovi percorsi pastorali per una Chiesa che sia sempre più accogliente e inclusiva, che sappia sintonizzarsi meglio con il mondo di oggi. Lo sguardo del Papa è realistico, cioè non nasconde i problemi, ma ottimista e positivo. Ecco alcuni dei passaggi del documento sui temi più controversi, sui quali si è più discusso in questi ultimi tre anni.
Unioni di fatto, convivenze
"In queste situazioni potranno essere valorizzati quei segni di amore che in qualche modo riflettono l’amore di Dio". Inoltre "tutte queste situazioni vanno affrontate in maniera costruttiva, cercando di trasformarle in opportunità di cammino verso la pienezza del matrimonio e della famiglia alla luce del Vangelo. Si tratta di accoglierle e accompagnarle con pazienza e delicatezza".
Divorziati risposati
"Essi non solo non devono sentirsi scomunicati, ma possono vivere e maturare come membra vive della Chiesa, sentendola come una madre che li accoglie sempre, si prende cura di loro con affetto e li incoraggia nel cammino della vita e del Vangelo. Questa integrazione è necessaria pure per la cura e l’educazione cristiana dei loro figli, che debbono essere considerati i più importanti".
Francesco non esclude la possibilità di accesso ai sacramenti anche per i divorziati risposati: "A causa dei condizionamenti o dei fattori attenuanti, è possibile che, entro una situazione oggettiva di peccato, che non sia soggettivamente colpevole o che non lo sia in modo pieno, si possa vivere in grazia di Dio, si possa amare e si possa anche crescere nella vita di grazia e di carità, ricevendo a tale scopo l'aiuto della Chiesa". E aggiunge, in una nota: "In certi casi potrebbe essere anche l'aiuto dei sacramenti".
Omosessualità
"Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza. Nei riguardi delle famiglie si tratta di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita". Ma il Papa dice chiaramente no a ogni forma di equiparazione delle unioni omosessuali al matrimonio. "Non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppure remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia", scrive Francesco.
Educazione sessuale
Francesco dice sì all’educazione sessuale dei giovani e degli adolescenti. Anzi la raccomanda affinché ragazze e ragazzi possano sviluppare un "senso critico" di fronte a "un’invasione di proposte, davanti alla pornografia senza controllo e al sovraccarico di stimoli che possono mutilare la sessualità". Ma mette in guardia da un’educazione sessuale concentrata solo "sull’invito a “proteggersi”, cercando un “sesso sicuro”. Queste espressioni trasmettono un atteggiamento negativo verso la naturale finalità procreativa della sessualità, come se un eventuale figlio fosse un nemico dal quale doversi proteggere. È irresponsabile ogni invito agli adolescenti a giocare con i loro corpi e i loro desideri".