Lifestyle
October 26 2012
Cos'ha Michael Haneke che gli altri registi non hanno? Non posso non chiedermelo dopo aver visto Amour, film che indaga l'amore e la vecchiaia con una fermezza primordiale senza paragoni, con ferocia e tenerezza disarmanti. Cos'ha che gli permette di infilare perle, una dietro l'altra, nella sua filmografia? Possono dannare l'anima, possono disturbare, ma comunque i suoi film sono sempre di una capacità introspettiva dilaniante. Che sia La pianista, che sia Funny Games, che sia Il nastro bianco...
E ora ecco Amour (dal 25 ottobre nelle sale italiane), indiscussa Palma d'oro di Cannes 2012, riconoscimento che già gli era stato dato nel 2009 con Il nastro bianco.
Haneke, che solitamente si muove nei territori più sconosciuti dell'animo umano, questa volta tratta una tematica sicuramente più superficialmente nota, ma la sua capacità superiore è di andare oltre, sotto, dentro. Ecco che il suo racconto dettagliato e quasi morboso di demenza senile ci fa entrare in quei territori indesiderati che tanti di noi calpesteremo più o meno direttamente (in prima persona, tramite i nostri cari...) ma che cacciamo lontano dalla mente. Lo fa con semplicità e con asciuttezza reiterata, con pochissimi elementi e nessuna lacrima. "Ci ha chiesto di non far trasparire per nulla al mondo l’emotività", ha raccontato Jean-Louis Trintignant intervistato da Panorama.it .
Trintignant, attore francese che recitò accanto a Gassman ne Il Sorpasso, ha accanto un altro colosso del cinema d'oltralpe, Emmanuelle Riva. L'uno ottantaduenne, l'altra ottantacinquenne, entrambi formidabili, sul set sono una coppia di ex insegnanti di pianoforte, Georges e Anne. La loro serenità quotidiana è scandita da letture, piccole uscite per assistere a concerti, rare visite della figlia anche lei pianista interpretata da Isabelle Huppert. Ma a un certo punto lei, così amata, comincia a mostrare improvvisi cedimenti fisici e neurologici. Ha inizio un declino inclemente e toccante. Lui e lei, un'altra ultima dolorosa battaglia. Tanto dolore, i dubbi sulla vita e sulla morte.
Il ritratto di questa splendida e dolente coppia di anziani è impeccabile. Sobrio, senza orpelli, diretto ma delicato. Forteè la prova a cui la dignità e la sensibilità umane sono sottoposte di fronte alla crudeltà inevitabile della natura. Potente e primitiva è la regia di Haneke. E intanto un nodo in gola accompagna buona parte della visione del film.
"È triste ed umiliante per me e per lei" afferma Georges/Trintignant mentre la lucidità di Anne/Riva gradualmente si allontana.
Alla fine della proiezione dedicata alla stampa sulla sala è calato un velo di silenzio. Mai platea di giornalisti riuniti è stata tanto taciturna e smarrita, incapace di emettere a caldo suoni e commenti.