Luigi Di Maio e Matteo Salvini
ALBERTO PIZZOLI/AFP/Getty Images
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Anche Berlusconi si sta convincendo che Salvini vuole rimanere con i Cinquestelle

Non sono in pochi a giudicare il Def presentato dal governo gialloverde, con il rapporto deficit Pil al 2,4 per cento, la premessa di una legge di Stabilità dal sapore squisitamente elettorale.

In fondo il reddito di cittadinanza, in barba alle condizioni della nostra economia, non è provvedimento molto diverso dagli 80 euro di Matteo Renzi: quello dell'ex-premier piddino entrò in vigore ad aprile, un mese prima delle ultime elezioni Europee e contribuì a portare il Pd al 40 per cento; più o meno la stessa operazione hanno in mente di fare i grillini (che pure all'epoca criticarono Renzi aspramente) cinque anni dopo.

Ecco perché Luigi Di Maio e compagni non si preoccupano molto delle conseguenze, a meno che spread e mercati non trasformino l'Italia in una nuova Grecia. Ma se la reazione non supererà certi limiti (nonè detto visto che lo spread ha già sfondato il muro dei 300 punti e il quantitative easing di Draghi sta per andare in soffitta), i pentastellati pensano di poter contare su diverse vie d'uscita: cambiare politica, accusando la Ue e il suo establishment di voler ridurre il nostro Paese in povertà, e su questi temi impostare la campagna elettorale per le europee; o, in alternativa, cambiare la manovra subito dopo aver ottenuto un successo nel voto per il Parlamento di Strasburgo; o, ancor meglio, se le forze sovraniste e populiste avranno la meglio nelle elezioni europee, imporre il loro schema in tutta Europa.

Si tratta di un'operazione ad alto rischio, quasi un gioco d'azzardo, a cui sono costretti per mantenere un minimo di credibilità dopo le promesse delle elezioni del 4 marzo: perdere 6 punti percentuali in due mesi in favore della Lega ha, infatti, messo Di Maio sul banco degli imputati dentro il movimento. E nella disperazione il vicepremier grillino è pronto a giocare il tutto per tutto. Ma se Di Maio è costretto, non si capisce perché Matteo Salvini, che è in ben altre condizioni, debba seguirlo su questa strada.

Se lo chiedono in molti anche nel vertice leghista, da Giancarlo Giorgetti a Luca Zaia: a entrambi l'idea di assecondare i 5 Stelle sul reddito di cittadinanza, una misura invisa anche all'elettorato leghista, fa storcere il naso. Solo che Salvini è convinto che l'alleanza con i grillini può dare ancora molto al Carroccio in termini di consenso. Una fissazione - perché di questo si tratta - di cui si è accorto anche Silvio Berlusconi, con un certo rammarico. Anche perché il Cav è persuaso che questa scelta non porterà nulla di buono né al Paese, né allo stesso leader leghista. "Sono molto preoccupato" si è sfogato. "Salvini è pieno di se stesso. Pensa di aver sottomesso i 5 Stelle. Di poter fare quello che vuole. Tanto che ipotizza di andare al voto con loro alle prossime elezioni. Si proprio con loro!". Un'ipotesi che sbalordisce non poco il leader di Forza Italia. "E noi? Lui vorrebbe dare a Forza Italia" ha spiegato quasi incredulo il Cav ai suoi interlocutori "5-20 posti nelle liste per garantirle una soglia di sopravvivenza. La verità è che con lui non si riesce più a ragionare. Se gli dici che questa manovra non va, ti risponde : 'Abbiamo un problema di povertà'. E ti racconta che Franklin Delano Roosevelt nel '29... È supponente, appunto, pieno di sé. Ma gli italiani, per il momento, sembrano non ragionare. Solo che ora l'Europa...".

E già, un Berlusconi deluso e perplesso è alla finestra. Del resto è l'unico modo per rapportarsi a un presente che non lo convince e a un futuro che deve ancora arrivare. I primi sondaggi dopo la manovra hanno premiato i partiti di governo: un punto a testa in più alla Lega e ai 5 Stelle. Se, però, la condizione economica del Paese precipiterà nei prossimi mesi, gli applusi di oggi si trasformeranno in fischi domani. Quattro anni fa il Cav diceva di Renzi: "Tutto quello che tocca trasforma in oro". Ma la volubilità degli italiani ha deciso altrimenti. 

(Questo articolo è stato pubblicato sul numero di Panorama in edicola il 4 ottobre 2018)

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