Lifestyle
September 14 2017
La lingua è un elemento vivo e vitale che si rinnova di giorno in giorno e, di anno in anno, ha bisogno di essere nutrito con parole nuove e ripulito dalle vecchie. Per questo quando viene presentata la nuova edizione di ogni Dizionario è una festa per gli amanti della ligua.
Il celebre dizionario Le Monnier Devoto-Oli festeggia i 50 anni con un'edizione nuova di zecca ampliata di bel 1.500 lessemi e presentata a Milano.
Si scopre così che sono entrati a far parte della lingua parlata corrente e corretta neologismi tratti dal web e dai social network come webete, food-porn, brexit e persino il politichese Ciaone che, come si legge nella definizione: "Non è un saluto, ma un'espressione sarcastica che indica perfino un certo disappunto".
Attualità, cronaca ed economia sono i bacini da cui si nutre la nostra lingua ormai pronta ad accogliere parole ibride come Brexit, hashtag e fake news termini lontani dall'idioma di Dante, ma vicini al sentire comune e quindi legittimamente iscritti nel dizionario italiano firmato da Giacomo Devoto e Giancarlo Oli.
Non solo parole straniere, però. Alla lettera S, per esempio, si trova "Schiscetta" il termine milanese che indica il pranzo veloce, parola uscita dalle osterie della Martesana ed entrata negli ambienti più cool della Milano cosmopolita.
Tra le parole più strane va annoverato il termine hikikomori, formato dalle parole haiku-tirare e komori-ritirarsi a indicare l’atteggiamento di chi sceglie di isolarsi da tutto. Un comportamento molto diffuso tra i giovani che si rinchiudono in Rete e dimenticano di non essere solo esseri "social".
Standing ovation per l'ormai diffusissimo webete termine coniato dal direttore di La7 Enrico Mentana ed entrato a buon diritto nella coscienza popolare.
La parola webete include una jungla umana che comprende hater, commentatori compulsivi, pantere da mouse e personaggi di ogni ordine e grado cui, ahinoi, non è possibile vietare il commento "ebete" sul "web".