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(Ansa)
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L'antisemitismo peggiore è quello dei docenti universitari italiani

In quella strana società che è quella occidentale dove le proteste contro Israele e pro Palestina e Islam sono all’ordine del giorno c’è una cosa che spicca: l’appello di 4mila docenti universitari italiani la cui richiesta, visto l’appoggio alla causa palestinese, è il boicottaggio delle collaborazioni con i colleghi di università israeliane.

Essere contro Israele ormai sembra essere più che una moda nel mondo culturale e non solo della sinistra. Le università occupate, le iniziative di questo o quel collettivo ormai non si contano più, e non solo in Italia. Ma finché si tratta di azioni di giovani e per di più di una minoranza degli studenti, si può accettare senza troppo scandalo. Ma se la protesta, il boicottaggio, in una parola solo: l’antisemitismo arriva dai professori, beh, la cosa cambia.

Un docente, dalla scuola materna all’università ha infatti come principio ed unico scopo quello dell’educazione, la formazione, la crescita umana oltre che nelle competenze e nella conoscenza dei nostri ragazzi; l’università ancora oggi è il luogo supremo del «sapere» ed il sapere non ha frontiere, religioni, schieramenti politici. La cosa la si evince in maniera chiara proprio in quelle università di Israele che questi 4 mila docenti nostrani vogliono segregare ed isolare; in quelle facoltà infatti più del 20% dei professori è arabo e sono molti quelli di origine palestinese.

Invece Agnoletto (lo ricordate? Quello del G8) e gli altri professori italiani tutto questo non lo vedono. Notano solo la stella di Davide che capeggia nel centro di quella bandiera che da sola sembra essere diventata simbolo del male. Ci dovrebbero dire questi professori quale sarebbe la colpa di questi istituti e dei suoi docenti. Ricercatori che, lo ricordate, ai tempi del Covid ammiravamo speranzosi perché si diceva più avanzati rispetto ai nostri nella creazione del vaccino. oggi no. Oggi sono dei peccatori, da penalizzare, da isolare.

Siamo arrivati quindi all’assurdo: al boicottaggio della cultura, del sapere, chiesto da chi proprio di cultura vive e si presenta come possessore del sapere stesso e per questo in qualche maniera «superiore» agli altri esseri umani.

C’è solo una buona notizia in questa vicenda davvero brutta. È’ che questi 4 mila, comunque tantissimi, docenti sono il 4% del totale dei professori universitari italiani e che gli studenti che protestano in questi giorni sono un’altra minoranza. Maggioranze silenziose ma che rappresentano il meglio delle nostre scuole e della nostra società. Per gli altri, soprattutto per questi «cosiddetti» educatori solo una profonda vergogna.

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