Economia
May 10 2016
È una vera e propria batosta quella che si è abbattuta su Fca, Toyota e Nissan, accusate dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, la cosiddetta Antitrust, di aver operato sul mercato con “pratiche commerciali scorrette”. Per questa ragione infatti alle tre case automobilistiche è stata comminata una multa complessiva pari a 650mila euro, divisa nel seguente modo: 300mila euro per Fca, 200mila a Toyota e 150mila a Nissan. Ma cerchiamo di capire nel dettaglio le ragioni di questa misura punitiva che certamente farà discutere.
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Tutto prende spunto dalle pubblicità televisive e dagli spot circolati sul web che reclamizzavano la vendita di una serie di modelli di vetture senza chiarire in maniera adeguata i prezzi di tali veicoli e le modalità con cui dovessero essere pagati. Tra l’altro i modelli coinvolti dal provvedimento punitivo sono alcuni dei più noti dei tre marchi: si va dalla Panda alla Punto, dalla 500 al Qubo passando per il Doblò, nel caso di Fiat, dall’Aygo alla Yaris Hybrid Cool, nel caso di Toyota, per finire con Juke, Micra, Note e X-Trail per la Nissan. In pratica, nel messaggio pubblicitario, secondo i rilievi dell’Antitrust, sarebbe stata omessa l’informazione più importante, e cioè che il prezzo reclamizzato poteva essere ottenuto soltanto accettando un finanziamento e pagando quindi l’autovettura a rate.
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Nessun altra forma di pagamento dunque era prevista dal programma di promozione delle auto sopra citate, senza che la cosa fosse stata però esplicitata in maniera trasparente. A rendere se possibile ancora più pesante l’intervento dell’Antitrust ci ha poi pensato la circostanza conseguente a quanto rilevato, che di fatto rendeva non veritiero il prezzo dell’autovettura neanche per chi avesse accettato di comprare una delle vetture reclamizzate con la formula rateale. Difatti, come noto a tutti, l’avvio di un finanziamento comporta il fatto che alla fine il costo reale dell’oggetto acquistato a rate risulta superiore a quello di listino, perché caricato di interessi e oneri vari, ovvero dei cosiddetti Tan e Taeg.
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In conclusione dunque, non solo ai consumatori sarebbe stato impedito di acquistare le vetture reclamizzate con metodi diversi da quelli della formula rateale, ma a chi si è adeguato a questo sistema, è stato praticato un prezzo finale del veicolo superiore a quello pubblicizzato, perché appunto caricato degli oneri del finanziamento. Un combinato disposto che evidentemente è risultato inaccettabile per l’Antitrust che ha fatto scattare la multa. E ora l’attesa è per sapere se le tre case costruttrici coinvolte nella vicenda decideranno di presentare un ricorso contro la decisione dell’Antitrust. Staremo a vedere.