Economia
January 15 2014
Al Monte dei Paschi la banca ha cercato di uccidere l’azionista, ovvero la Fondazione?
"Qualcosa del genere. Ma non ci sono riusciti. La mia fortuna è che gli uomini mi sottovalutano, mi credono debole perché donna e giovane. Io glielo avevo detto che avrei votato contro quella proposta di aumento di capitale, ma non hanno creduto che sarei andata fino in fondo. Adesso quando parlo mi ascolteranno. Lo spero per loro".
È quanto dice Antonella Mansi, presidente della Fondazione Monte dei Paschi, in un’intervista che il settimanale Panorama pubblicherà sul numero in edicola da giovedì 16 gennaio.
Nell’intervista, la manager che ha piegato le resistenze del presidente del Monte, Alessandro Profumo, ammette che "la banca aveva bisogno di un aumento di capitale e, infatti, è stato approvato esattamente come la banca lo aveva scritto". Ma precisa: "L’unico dettaglio che è cambiato è stata la tempistica, si va a maggio. Abbiamo bisogno di più tempo".
Sul fronte personale, dopo aver raccontato che la sua nomina «è stata rocambolesca, nel senso di non preventivata, come tutto nella mia vita: sono stata chiamata dal sindaco di Siena, Bruno Valentini», Mansi giustifica così la sua forza di carattere: «Papà è ingegnere minerario e ha lavorava per l’Eni, poi, insieme ad altri soci, ha comprato l’azienda nella quale lavoro anche io. Tutti i giorni ho a che fare con camionisti, trasportatori, omoni che lavorano nella logistica. Qualcuno pensava che in questa faccenda mi sarei spaventata, ma quando una donna come me per mestiere dà ordini a decine di camionisti poi non si intimorisce di fronte a nessuno».