Lifestyle
March 28 2019
E' il 2017.
A Belgrado, per mesi, centinaia di migranti afghani, siriani e iracheni, nel loro cammino di avvicinamento ai confini dell'Unione Europea, trovarono rifugio nei depositi abbandonati lungo la ferrovia della capitale serba.
Temevano di essere respinti e per questo evitarono le strutture di assistenza ufficiali. Ma in quei giorni d'inverno, le temperature (che spesso in quelle zone balcaniche arrivano a venti gradi sotto zero) fecero di quegli asili di fortuna un vero inferno polare...
Di questa catastrofe umanitaria, il fotografo campano Antonio Gibotta è stato testimone diretto. E ha immortalato situazioni che ricordano quelle vissute dai deportati in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale
Un reportage intenso e di denuncia, che arriva dritto al cuore. Sicuramento uno dei lavori migliori di Gibotta
Avellinese, classe 1988, Antonio Gibotta si avvicina e si appassiona presto alla fotografia, osservando da vicino l'opera del padre, un affermato fotografo professionista.
Ben presto trasforma la sua passione in professione, accumulando un notevole bagaglio di esperienza nella realizzazione di lavori e reportage di viaggio, in Italia e soprattutto all'estero.
Antonio Gibotta è sicuramente un nuovo interprete del reportage (e non solo…) e dei suoi sentimenti più profondi, un professionista con una propria identità fotografica, specchio della sua spiccata personalità: l'uomo e l'attualità delle tematiche sociali, costituiscono il fulcro del suo obiettivo
Riconoscimenti
Diplomato Maestro d’ Arte, sezione Arte della grafica pubblicitaria e della Fotografia, Gibotta ha esposto in quasi 130 paesi .
Fra i premi più prestigiosi, solo per citarne alcuni, la GOLDEN CAMERA AWARD (2010) dalla Federation European Professional Photographer per la categoria reportage.
Al prestigioso PRIX DE LA PHOTOGRAPHY PARIS, si classifica 2° nella categoria “PRESS”.
Il National Geographic inserisce una sua fotografia nel libro “Stunning Photographs”.
In Germania, nel febbraio 2017, si classifica secondo al World Press Photo nella categoria people, mentre al MAGNUM PHOTOGRAPHY AWARDS 2017 ottiene il Jurors’ Picks
Nel 2018 si classifica secondo al Sony Professional Competition nella categoria discovery ed è tra i 5 finalisti del Finalsit at W. Eugene Smith Grant in Humanistic Photography.