Cultura
January 10 2013
A nemmeno un anno dalla scomparsa di Antonio Tabucchi (lo scorso 25 marzo), arriva una notizia riguardante la sua eredità letteraria dal duplice risvolto, sia positivo che negativo. Pochi giorni fa, infatti, il sito di Le Monde ha annunciato che Maria José de Lancastre, vedova del celebre scrittore, ha deciso di donare le preziose carte del marito alla Bibliothèque National de France.
Da un certo punto di vista, il fatto che l’archivio privato di un esponente di spicco della letteratura contemporanea sia in mano a un ente aperto al pubblico amplifica la portata di conoscenza e riscoperta della sua opera, a cui tutti possono potenzialmente accedere. D’altro canto, però, soprattutto per gli appassionati più intransigenti di Tabucchi, potrebbe sorgere un minimo di disappunto pensando a quel prezioso materiale, nato dalla penna di uno degli autori italiani contemporanei più importanti, come parte del patrimonio culturale di un altro Paese.
Non c’è ancora un accordo ufficiale, ma pare che madame Lancastre sia decisa nel suo intento. A dire il vero, come lei stessa ha affermato, “sono stati i francesi a muoversi e si sa che Tabucchi era popolare in Francia, come in Italia e Portogallo”. Eppure né la patria natia, né quella adottiva sembrano aver avuto la prontezza e l’acume degli intenditori d’oltralpe.
L’archivio Tabucchi comprende numerosi carteggi, appunti e diversi inediti, oltre ai quaderni su cui plasmò i propri racconti e i romanzi che ne decretarono il successo, come Notturno indiano (Sellerio), Sostiene Pereira (Feltrinelli), Il filo dell’orizzonte (Feltrinelli) o La testa perduta di Damasceno Monteiro (Feltrinelli).
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- Notturno indiano – Antonio Tabucchi (Sellerio)
- Sostiene Pereira – Antonio Tabucchi (Feltrinelli)
- Il filo dell’orizzonte – Antonio Tabucchi (Feltrinelli)
- La testa perduta di Damasceno Monteiro – Antonio Tabucchi (Feltrinelli)