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Terremoto L’Aquila, dieci anni dopo l’Italia ancora record per aiuti europei

Fu un’Europa per una volta unita e solidale quella che si mostrò dopo il terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009 e che segnò a suo modo un precedente. Tra i molti dolori di quei giorni Bruxelles imparò una lezione che non ha dimenticato. Dal 2002 esisteva il Fondo di solidarietà europeo ma fu proprio di fronte alle 309 vittime del sisma abruzzese che fu veramente compreso e utilizzato.

Quello deciso allora fu il maggior intervento in quel momento mai attuato: 493,8 milioni di euro erogati subito per l’Italia, anche se solo una goccia nel mare dei danni.

Un primato che il nostro paese ha, purtroppo,  mantenuto: negli anni successivi 563 milioni furono spesi per un altro sisma, quello in Emilia; a far alzare la cifra record è stata la somma  andata ancora al centro Italia di 1,3 miliardi da spartire tra Lazio, Marche, Umbria e Abruzzo.

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Nella combo la Chiesa di Paganica dopo il terremoto del 2009 e oggi dopo al ricostruzione. Claudio Lattanzio
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Il Fondo di solidarietà europeo dal 2002 è stato utilizzato ben 80 volte in risposta a diversi tipi di catastrofi, tra cui inondazioni, incendi forestali, terremoti, tempeste e siccità. Finora sono stati erogati oltre 5 miliardi di euro a favore di 24 paesi europei. Di questi oltre 2 miliardi all’Italia.

Altri fondi dall’Europa a L’Aquila sono arrivati in questi anni anche per le prevenzioni delle catastrofi naturali: 1,3 miliardi condivisi con l’Emilia e altri 40 milioni lo scorso anno condivisi con le Marche.

Un’Europa madre e matrigna per L’Aquila, dove solo un anno fa nel nono anniversario si sfilava, però, protestando per la richiesta di Bruxelles di restituire le tasse sospese negli anni del sisma, con imprenditori e commercianti a sbanderiare le cartelle elettorali.


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