Calcio
June 05 2024
E’ stata una stagione difficile ma, tutto sommato, positiva. Meglio il girone di ritorno degli arbitri rispetto all’andata anche se le polemiche nel cuore dell’inverno hanno costretto il designatore Gianluca Rocchi a rallentare il lancio dei giovani. La fase di passaggio generazionale è, però, avanzata e se è vero che chiude e saluta un mostro sacro come Daniele Orsato, alle sue spalle ci sono arbitri che già sono stati allenati a dirigere i big match.
Il bilancio dei vertici dell’AIA rispetto al campionato di Serie A 2023/2024 è statisticamente più ricco di luci che di ombre. Il gruppo di fischietti è fin troppo largo (39) e verrà ridotto per allinearsi al resto d’Europa dove la forchetta è tra 20 e 25. Che non siamo male lo dicono le chiamate ad arbitrare partite internazionali: 179 cui aggiungere altre 87 frutto delle richieste di altre federazioni che hanno ‘affittato’ arbitri e varisti italiani per aggiungerli temporaneamente ai propri.
FALLI E AMMONIZIONI: LE STATISTICHE DEL 2023/2024
La Serie A si è ormai allineata agli standard europei e lo ha fatto con un cammino progressivo nelle ultime stagioni. Nel campionato appena concluso la media falli per gara è stata di 23,80 (leggermente superiore rispetto al 23,45 del 2022/2023). Rispetto agli altri tornei top d’Europa siamo in linea: superiori a Premier League (21,97) e Bundesliga (22,38) oltre che alla Champions League (23,17) ed Europa League (23,57) ma inferiori a Ligue1 (24,82) e Liga spagnola (25,72). In ogni caso, tutti in un range molto ristretto a conferma che lo stile di arbitraggio si è ormai uniformato quasi ovunque.
Stesso discorso per le ammonizioni: 4,32 in media a partita (erano state 4,71 un anno fa). E le espulsioni: 0,18 stabili. Una curiosità: la 15° giornata ha visto il record di cartellini rossi con 6 mentre la 13° ha fatto registrare un perfetto zero assoluto. Dati allineati al resto d’Europa. Per i gialli solo Bundesliga (4,06) e Ligue1 (3,82) sono lontane mentre per le espulsioni la Serie A è nella forchetta inferiore statistica, quasi perfettamente allineata ai valori di Champions ed Europa League.
RIGORI: TUTTI I NUMERI DEL 2023/2024
Capitolo calci di rigore. Sono spariti i “rigorini” che Gianluca Rocchi da designatore aveva messo nel mirino presentandosi tre anni fa. Si fischia meno e cercando di farlo con una coerenza di metro che sia riconoscibile. Le statistiche confermano: 0,34 di media a partita come in Bundesliga e poco più di Champions League (0,31), Premier League e Liga (0,28). I penalty sono stati 131 che rappresenta una crescita rispetto allo 0,28 di media del 2022/2023 ma un calo sullo 0,37 del 2021/2022. Il record alla 22° giornata (8) mentre solo la 29° è stata penalty free.
CHECK E REVISIONI, TUTTI I NUMERI VAR DEL 2023/2024
Nelle 380 partite del campionato di Serie A ci sono stati complessivamente 1955 checks (5,14 per ciascuna gara). Hanno portato a 92 “on filed review” di cui 61 overrule e 2 conferme della decisione di campo. Tanti o pochi? Meno rispetto al 2022/2023 quando la media era stata di 5,59 come checks mentre gli interventi sono cresciuti seppure di poco, da 0,39 a 0,40. Un trend che l’AIA vorrebbe non consolidare perché l’obiettivo è che gli arbitri decidano in campo, possibilmente bene, senza necessità di intervento della tecnologia che non è stata introdotta per diventare la moviola in diretta ma solo per sanare gravi ed evidenti errori.
Non è un caso che per Rocchi il top sia stata la 29° giornata in cui i Var sono rimasti silenti mentre quella da cancellare sia la 27° con ben 9 interventi. Nel complesso, l’utilizzo del Var ha cancellato il 92,55% degli sbagli e delle disattenzioni commessi da arbitro e assistenti. Senza avremmo contato un campionato con 161 ‘macchie’. Chi pensa di tornare indietro sbaglia così come, ogni tanto, sbagliano anche i varisti dietro il monitor: sono 12 gli errori da matita blu certificati dai vertici arbitrali. E’ andata peggio nel girone d’andata (8) rispetto al ritorno (4).
TEMPO EFFETTIVO: QUANTO SI E’ GIOCATO NEL 2023/2024
Non sono serviti i maxi recuperi promessi (minacciati) dalla FIFA, ma il tempo medio di gioco nelle partite del campionato è cresciuto arrivando a 55 minuti e 13 secondi. Tempo medio di recupero, comprensivo di primi e secondo tempo: quasi 8 minuti.
Interessante l’analisi della curva nel corso della stagione. E’ andata costantemente a calare con il passare delle giornate perché quando il gioco si fa duro, come risultato le partite diventano nervose e spezzettate. E’ successo nel cuore dell’inverno, alla fine del girone d’andata tra la 17° e la 19° (mai sopra i 53’30’’) e poi nel rush conclusivo con in ballo la salvezza in una lotta per non retrocedere che si è risolta soltanto in extremis: dalla 31° in poi il dato è sempre stato inferiore rispetto alla media finale e il paradosso è che nemmeno recuperi un po’ più corposi hanno aiutato nelle gare meno giocate. Anche in questa voce, però, il processo di avvicinamento alle statistiche europee è ormai consolidato con eccezione della Champions League dove la qualità delle squadre è così alta da permettere standard diversi e superiori.