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September 20 2024
Sedici mesi dopo, la storia si ripete. Le zone, i paesi, le località colpite in maniera drammatica dall’alluvione del maggio 2023 che aveva colpito l’Emilia-Romagna, si sono ritrovati di nuovo a mollo. Il ciclone Boris è arrivato e ha fatto danni: in 24 ore sono caduti 250-270 millimetri di pioggia; quattro i bacini interessati, nei territori tra Bologna, Ravenna, Forlì-Cesena. Oltre un migliaio le persone evacuate, cui 800 solo nel Ravennate. Il fiume Senio è esondato a Castel Bolognese (Ravenna), il Marzeno ha ricoperto di acqua e fango Faenza. L’argine del Lamone, che aveva ceduto già 16 mesi fa, è collassato per almeno un centinaio di metri a Traversara, frazione di Bagnacavallo. L’onda della piena ha invaso campi, strade, case, alcune delle quali, per la furia delle acque, sono crollate.
Molti sono fuggiti prima dell’arrivo della piena, altri sono stati costretti a salire sul tetto della propria abitazione, per salvarsi. Sono stati soccorsi dagli elicotteri dei vigili del fuoco e dai mezzi della Protezione civile. Un ponte aereo che è andato avanti per diverse ore, per tutto il pomeriggio. Tre persone che si trovavano al primo piano di un’abitazione sono rimaste bloccate lì: troppo anziane per salire sul tetto, i soccorritori stanno facendo fatica a raggiungerle. Proprio a Bagnacavallo c’è apprensione per la sorte di due persone, ancora disperse al momento di andare in stampa: si erano rifugiate anche loro su un tetto che, però, non ha retto il peso ed è crollato. «Stiamo lavorando per salvare tutte le persone che possiamo. La situazione è poco bella», ha detto il sindaco Bagnacavallo, Matteo Giacomoni.