Il 70% delle armi di Hamas è stato distrutto e metà delle sue forze terroristiche sono state annientate.

Mercoledì sera il ministro della Difesa Yoav Gallant ha reso pubblica una lettera sequestrata a Gaza scritta da un alto comandante di Hamas che era stato ucciso. Nella lettera si descrivono dettagliatamente le perdite subite dall'organizzazione terroristica durante la guerra. Rafe Salama, che comandava la brigata Khan Yunis di Hamas e che è stato vice del capo militare di Hamas Mohammed Deif -prima che entrambi fossero eliminati in un attacco aereo a luglio- ha dichiarato che al momento della stesura della lettera il 70% delle armi di Hamas era stato distrutto e metà delle sue forze terroristiche erano state annientate. «Nella lettera, Rafe Salama, che è stato ucciso da noi a luglio, scrive ai fratelli Sinwar descrivendo la situazione: il 70% delle armi è stato distrutto, il 95% dei razzi è stato eliminato, il 50% dei terroristi è stato ucciso o ferito, e molti sono fuggiti, lasciando solo il 20%, secondo lui. Questa è una perdita significativa che ferisce Hamas ed è percepita dai suoi comandanti più anziani», ha dichiarato Gallant che poi ha aggiunto: «Chiede aiuto ai fratelli Sinwar, ma ovviamente non possono salvarlo. Perché? Perché stiamo proseguendo lo sforzo iniziato a ottobre, che procede passo dopo passo, e raggiunge tutti gli alti funzionari di Hamas. Questo è ciò che ha scritto ai fratelli Sinwar, che anche loro raggiungeremo presto». Sempre ieri le Idf hanno reso noto che mercoledì scorso, in un'attività congiunta delle Idf e dell'Isa, diretta dall'intelligence dell’ esercito israeliano, l’aviazione israeliana ha colpito ed eliminato il terrorista Abdallah Abu Reala del battaglione Shati di Hamas. Reala ha preso parte al massacro del 7 ottobre ed è stato coinvolto in attacchi contro le truppe delle Idf durante tutta la guerra ed è stato uno dei terroristi responsabili della prigionia della soldatessa Noa Marciano, rapita durante il massacro del 7 ottobre e uccisa nell'ospedale Shifa di Gaza City. In un ulteriore attacco è stato eliminato Ayman Khaled Ahmed Abu Allahyani, un terrorista di Hamas che ha partecipato all'attacco al valico umanitario di Erez il 7 ottobre 2023.

Sempre a proposito del capo dei jihadisti, Israele sarebbe disposto a garantire un passaggio sicuro a Yahya Sinwar, leader di Hamas per lasciare Gaza in cambio della liberazione degli ostaggi israeliani e della rinuncia al controllo della Striscia da parte dell'organizzazione. «Sono pronto a garantire un passaggio sicuro a Sinwar, alla sua famiglia e a chiunque voglia seguirlo. Vogliamo il ritorno degli ostaggi», ha dichiarato Gal Hirsch, principale negoziatore per gli ostaggi e le persone scomparse.La proposta di permettere a Sinwar di lasciare Gaza è stata avanzata da qualche giorno, tuttavia, Hamas non ha reagito e nessuno è in grado di dire se accetterà l'offerta. L'iniziativa mira a trovare nuove soluzioni per raggiungere un accordo dato che i negoziati attuali «sembrano sempre più fragili,» ha spiegato Hirsch. «Parallelamente, devo sviluppare piani alternativi B, C e D per riportare a casa gli ostaggi», ha aggiunto. «Il tempo stringe. Gli ostaggi non ne hanno molto». Hirsch ha inoltre sottolineato che finora Hamas «ha cercato di imporre i propri termini anziché negoziare». Mentre a proposito dei sei ostaggi uccisi in un tunnel a Rafah da membri di Hamas alla fine di agosto, Hirsch ha dichiarato che «ci sarà un prezzo per questi omicidi». Ma che percorribilità ha questa proposta? Secondo Lion Udler analista militare israeliano «si tratta di una proposta che in Israele è stata valutata mesi fa, a un certo punto Sinwar si troverà con una forza molto ridotta e senza capacità terroristiche per continuare i combattimenti ed essendo circondato da ostaggi bisognerà fare un accordo per liberarli. Quindi l'idea è quella di lasciarlo andare all'estero in modo che gli ostaggi vengono liberati e la Striscia di Gaza non sarà più governata dall'organizzazione terroristica di Hamas. Quanto a Yahya Sinwar, verrà eliminato più avanti a tempo debito, anche se sceglie di nascondersi a Teheran».

Infine, Olivier Christen, procuratore nazionale antiterrorismo francese, ha fatto sapere che le autorità transalpine hanno impedito tre piani terroristici per colpire i Giochi Olimpici e Paralimpici a Parigi e in altre città che ospitavano degli eventi sportivi. Olivier Christen specificato che «i piani prevedevano attacchi contro istituzioni israeliane o rappresentanti di Israele a Parigi» le competizioni olimpiche, avvenute dal 26 luglio all'11 agosto. Christen ha poi dichiarato a France Info che «la squadra israeliana non era un bersaglio specifico». Cinque persone, tra cui un minorenne, sono state arrestate con l'accusa di essere coinvolte nei tre piani sventati contro i Giochi estivi che si sono svolti nel contesto della guerra di Israele a Gaza e del conflitto in Ucraina. I sospettati che devono affrontare diverse accuse di terrorismo restano in custodia cautelare.

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