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June 11 2014
"La mia prima manifestazione senza genitori. Ci sono un milione di persone. Ed è un funerale." Comincia così, ovvero dalla fine, "Arrivederci, Berlinguer" ritratto a fumetti del segretario del PCI scomparso nel giugno del 1984, firmato dalla coppia Elettra Stamboulis e Gianluca Costantini ed edito da BeccoGiallo .
"Volevo raccontate una bella storia. Volevo una storia che muovesse le persone. Che lasciasse degli interrogativi", ha spiegato la Stamboulis in un incontro con il pubblico a Bologna . Il libro centra l'obiettivo prefissato, con un ritratto commovente della figura di Berlinguer, della sua lucidità, serietà e caparbietà, e va al di là di una sterile agiografia o di un'esposizione didascalica di successi e sconfitte.
Nelle circa cento pagine del fumetto c'è ovviamente molta, moltissima politica, in cui ha ampio spazio ha l'ultimo, fatidico discorso a Padova come anche il delinearsi della questione morale. Si va dalla giovinezza politica di Berlinguer, agli incontri con Moro e quelli con Craxi, dai comizi alle interviste e ci si spinge sino a eventi avvenuti dopo la sua scomparsa come la crisi della Prima Repubblica o i recenti movimenti degli "indignati".
Un ruolo portante nella narrazione è svolto da elementi di storia familiare della Stamboulis che si intrecciano all'evolversi delle vicende narrate. E un altro ingrediente importantissimo è la descrizione del background socio-culturale, tra cui l'irruzione degli sgargianti anni '80 con la loro nuova musica, i videogiochi, i cartoni animati giapponesi, nonché l'impatto crescente delle emittenti private nella vita del nostro Paese.
Leggendo il libro ci si trova davanti a un racconto intimo e personale e al tempo stesso un qualcosa di pubblico e condiviso da (almeno) una generazione. Un "partire dalla propria esperienza di vita, da quello che è stato prima di tutto per me quest'uomo, nella mia piccola esperienza, che però ho scoperto essere di tanti", come afferma l'autrice.
"Arrivederci, Berlinguer", come del resto "A cena con Gramsci" degli stessi autori, punta a ricordare e spiegare la figura del politico scomparso trent'anni fa, a raccontare l'Italia dal dopoguerra alla metà degli anni '80, ma suggerisce anche di prendere spunto da Berlinguer per recuperare la cultura dell'impegno e del coinvolgimento civile nelle questioni nazionali e internazionali. Per usare le parole di Costantini che lo ha illustrato: è un libro "emozionale, poetico ed estetico" che oltre a comunicare, punta a "dare una forte vicinanza a chi li legge, di amore più che di cultura della vita della storia".a
L'impianto grafico di Costantini è ricercato e d'impatto. Estremamente vario per tecniche e stili di narrazione, si tiene in equilibrio tra citazione e rielaborazione, tra minimalismo e stratificazione, rimanendo però sempre molto leggibile. Ogni capitolo è diverso dall'altro e si passa da sequenze illustrate, ad altre (forse un po' poche) più squisitamente fumettistiche, da collage a interventi su celebri fotografie e fotogrammi di video, di Berlinguer ma non solo.
Il risultato è un affascinante caleidoscopio, un contenitore stracolmo di stimoli grandi e piccoli che talvolta provocano nostalgia o amarezza ma che lasciano anche tanta voglia di rileggere, soffermarsi ed approfondire la storia italiana.
"Arrivederci, Berlinguer" è un libro a fumetti di 128 pagine a colori. È pubblicato da Edizioni BeccoGiallo , che lo propone a 15 Euro.
Nota: tutte le immagini sono copyright di E. Stamboulis, G. Costantini e BeccoGiallo.
Si ringrazia Serena Di Virgilio per la collaborazione nella stesura dell'articolo.