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January 20 2015
L’Italia ospita quasi il 60 per cento del patrimonio archeologico, culturale e museale del pianeta, e oltre l’11 per cento dei siti artistici tutelati dall’Unesco. Non è un’iperbole affermare che Vittorio Sgarbi li abbia visitati tutti, e che di ciascuno di essi abbia compulsato storia, aneddoti, opportunità turistiche ed economiche, pregi e (assai più spesso) difetti di che ne segue le sorti.
Lo provano le pagine del suo saggio a puntate I tesori d’Italia, del quale è uscito il secondo volume Gli anni delle meraviglie (Mondadori editore, 486 pagine, 22 euro). E lo provano soprattutto le dieci lectio magistralis con le quali, da Verona a Catania, ha incantato migliaia di spettatori svelando i segreti di opere note e meno note che affollano la nostra provincia, e che spesso siamo i primi a non vedere.
"Siamo seduti su un giacimento che non abbiamo mai saputo sfruttare: anzi, a volte sembra che facciamo di tutto per rovinarlo" osserva il critico. Secondo il quale buona parte delle colpe non vanno attribuite al pubblico, che "anche se educato all’ignoranza, dimostra di apprezzare il bello quando gli viene mostrano nel suo autentico volto", bensì a chi quel patrimonio avrebbe dovuto gestire e valorizzare.
"Non restaurare, non mantenere e non aprire monumenti e siti archeologici è prima di tutto un danno all’economia, un acceleratore sottratto al Pil del Paese e alle coscienze di tutti" spiega ancora. "Quello che molti, dalle soprintendenze agli enti locali passando per una parte della critica, si ostinano a non capire è che basterebbero pochi sforzi per mettere a reddito ciò che abbiamo, e per farlo in maniera assolutamente non invasiva".
Logico dunque che il critico d’arte intenda riproporre lo stesso approccio, a metà strada tra il pratico e il divulgativo, con i corsi di arte per Panorama academy di cui a partire da marzo sarà tutor e te- stimonial. Le lezioni sono declinate in master post laurea da 1.500 ore e corsi post diploma da 20 ore, e completano il quintetto dell’offerta didattica frutto della collaborazione tra Panorama e l’università telematica Pegaso di Napoli e hanno l’obiettivo di formare professionisti nel settore dei beni culturali, in un mondo sempre più legato a strategie di business complesse.
Oltre a offrire tutti gli elementi utili alla gestione del patrimonio artistico, il corso fornirà competenze specifiche per la gestione museale e accademica. "Nel corso delle mie lezioni" aggiunge Sgarbi "cercherò di tenere unite le due cose, ripartendo da storia e geografia. Anche avendo assorbito tutta la cultura in materia di beni culturali che le università italiane forniscono, e ce ne sono di ottime in questo campo, non puoi pretendere di comunicarla e soprattutto metterla a reddito se non hai visitato di persona ogni affresco, ogni chiesa, ogni quadro, mettendoli in relazione con il periodo storico e il contesto umano di riferimento".
Back to basic, come direbbero gli americani: solo in questo modo si potrà costruire una nuova generazione di manager culturali e, perché no, anche profili politici e istituzionali più colti in materia, "capaci di valorizzare il buono senza affossare il bello".