Asghar Farhadi
Pascal Le Segretain/Getty Images

Chi è Asghar Farhadi, il regista iraniano che boicotterà la notte degli Oscar

Il regista iraniano Asghar Farhadi piace molto agli Stati Uniti. Nel giro di pochi anni ha vinto l'Oscar al miglior film straniero con Una separazione (2011) e ora è di nuovo nella cinquina dei migliori con Il cliente. La sua nazionalità, però, piace molto meno al nuovo presidente degli Stati Uniti.

L'indignazione di Farhadi

Donald Trump ha infatti bloccato per tre mesi l'ingresso in suolo americano alle persone provenienti da sette Stati a maggioranza islamica: Iran, Iraq, Siria, Yemen, Libia, Somalia, Sudan. Indignato per l'incertezza legata al suo permesso di recarsi a Hollywood, considerata "inaccettabile", Farhadi ha deciso di boicottare a priori la cerimonia degli Oscar. Il regista inizialmente aveva sperato di prendere parte alla serata e di poter esprimere le sue opinioni negli appuntamenti con la stampa che accompagnano l'evento. Ma ora la sua decisione è presa: "Sembra che la possibilità di questa presenza sia accompagnata da se e ma che sono per me inaccettabili anche se per il mio viaggio fosse stata prevista un'eccezione".

Gli Stati Uniti, secondo Fahradi, si dimostrano non troppo dissimili dall'Iran. I fautori della linea dura sono simili a quelli del suo Paese, entrambi "hanno cercato di presentare alla loro gente immagini non realistiche e terrorizzanti di varie nazioni e culture per trasformare le loro differenze in disaccordi, i loro disaccordi in inimicizie e le inimicizie in paure". Tutti gli estremismi in fondo si somigliano: "Gli estremisti, nonostante le loro nazionalità, i loro argomenti politici e le guerre, guardano e comprendono il mondo decisamente alla stessa maniera".

La rinuncia di Taraneh Alidoosti

Farhadi segue la strada già imboccata dalla sua attrice Taraneh Alidoosti, protagonista de Il cliente, che aveva annunciato di non voler essere presente agli Academy Awards 2017 in segno di protesta contro la decisione di Trump. "Ho deciso di non andare anche se potessi, perché mi ferisce profondamente vedere la gente comune del mio Paese respinta per quello che dovrebbe essere il loro diritto di curarsi, andare a trovare i propri figli all'estero o avere acceso allo studio", ha detto al New York Times. E ancora: "Non è accettabile per me rispettare uno Stato che non rispetta la gente del mio Paese". 

Aveva annunciato la sua decisione ancor prima su Twitter:

L'attrice aveva anche scritto: "Nessun iraniano è stato accusato di aver attaccato l'America... gli attentatore dell'11 settembre erano cittadini di Paesi non presenti nella lista". 


Il cinema di Farhadi 

Autore di film di grande spessore narrativo e ideologico, Farhadi ha debuttato alla regia nel 2003 con Dancing in the Dust, premio della critica al Festival di Mosca. I premi più prestigiosi cominciano a fioccare però col suo quarto film, About Elly (2009), tranquillo weekend al mare che si trasforma in un weekend di paura: Orso d'argento per la miglior regia al Festival di Berlino. Con il titolo successivo è trionfo: oltre all'Oscar, Una separazione vince l'Orso d'oro come miglior film, il Golden Globe e il David di Donatello per il miglior film straniero. Con una sceneggiatura serrata, aggirando la censura, attraverso il racconto di un conflitto famigliare Farhadi riesce a presentarci uno spaccato dell'Iran contemporaneo e della sua società maschilista e teocratica.

Il passato(2013), storia di un altro amore finito e di un'altra "separazione", è il suo primo film francese e fa guadagnare a Bérénice Bejo il premio per la migliore interpretazione femminile al Festival di Cannes. Il cliente, liberamente ispirato a Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, a Cannes ha già raccolto consensi: ha vinto il premio per la sceneggiatura e quello per l'interpretazione maschile con Shahab Hosseini. Il 26 febbraio potrebbe conquistare l'Oscar. Ma Asghar Farhadi non sarà al Dolby Theatre a gioirne.

YOU MAY ALSO LIKE