Il giorno dell'Ashura: l'autoflagellazione degli sciiti
Redazione
Decine di milioni di persone in tutto il mondo celebrano oggi l'Ashura (decimo giorno in arabo), la ricorrenza più importante tra i musulmani sciiti, che ricorda la più grande tragedia della storia di questa corrente dell'Islam: il martirio di Hussain, figlio di Fatima e nipote di Maometto. Nel 680 d.C. il terzo Imam dello sciismo venne ucciso e decapitato con tutti gli altri uomini della sua famiglia (tranne uno) e 72 suoi compagni, a Kerbala, nel sud dell'odierno Iraq, ad opera dei soldati del califfo Omayyade del tempo, Yazib bin Moaviyyah, per non aver riconosciuto la sua autorità.
Dall'India al Pakistan, dall'Afghanistan all'Iran, dall'Azerbaijan fino allo Yemen e al Bahrain, dalla Siria alla Birmania e dall'Iraq fino al Libano, gli sciiti coprono di bandiere e stendardi neri le città e le strade per manifestare il lutto per un massacro avvenuto 14 secoli fa. Tra gli sciiti il pio nipote di Maometto viene ricordato come Seyyed-u-Shuhada, il Signore dei Martiri.
Le cerimonie dell'Ashura sono in diversi paesi teatro, soprattutto di notte, di processioni imponenti. File infinite di persone vestite di nere si battono il petto o si flagellano simbolicamente con delle catene o lame di ogni genere, per esprimere il proprio lutto al ritmo dei canti e dei lamenti che narrano la tragedia di Kerbala. La gente offre acqua, tè e cibo ai passanti come voto ed in questo periodo gli sciiti fermano le attività lavorative e i negozi chiudono. Tipica dell'Iran la rappresentazione teatrale detta Taaziyeh, una rievocazione dei fatti storici inerenti la tragedia di Kerbala che si tiene nelle piazze.