Aspi per i disoccupati: come funziona e a chi spetta

Un assegno che arriva sino a un massimo di 1.119 euro lordi ogni 30 giorni e che verrà erogato (almeno inizialmente) per un periodo massimo di 8 mesi (12 mesi per gli ultracinquantenni). Si chiama Aspi (assicurazione sociale per l'impiego) ed è il nuovo ammortizzatore sociale entrato in vigore il 1° gennaio del 2013, con la riforma del lavoro che porta la firma del ministro del welfare, Elsa Fornero . Ecco come funziona il nuovo sussidio, che sostituirà gradualmente gli assegni di mobilità e (in parte) anche la cassa integrazione straordinaria.

TUTTO SULLA RIFORMA DEL LAVORO

I NUOVI AMMORTIZZATORI SOCIALI

CHI HA DIRITTO ALL'ASSEGNO.

Per ottenere l'indennità, bisogna aver perso il posto di lavoro dopo l'inizio del 2013, per cause indipendenti dalla volontà del disoccupato. In altre parole, i beneficiari dell'assegno sono i lavoratori che sono stati licenziati per decisione dell'azienda e non hanno presentato spontaneamente le proprie dimissioni, a meno che non lo abbiano fatto ai sensi dell’art. 7 della legge n. 604 del 1966 (cioè dopo aver impugnato il licenziamento e aver raggiunto successivamente un accordo extra-giudiziale con l'impresa). Hanno diritto all'Aspi tutti i lavoratori con almeno 2 anni di anzianità alle spalle e almeno 1 anno di contributi versati nei 24 mesi che precedono il periodo di disoccupazione. Le domande per ricevere l'assegno vanno presentate all'Inps (o a un Patronato) entro i 60 giorni successivi alla perdita dell'impiego.

LA DURATA DELL'ASSISTENZA.

Gli assegni verranno erogati inizialmente per un periodo massimo di 8 mesi per i lavoratori che non hanno compiuto ancora i 50 anni. Gli over 50, invece, hanno diritto a percepire il sussidio per 12 mesi. Dal prossimo anno in poi, la durata dell'Aspi verrà innalzata con un percorso graduale: chi perderà il posto nel 2014 e ha già compiuto i 55 anni di età, per esempio, avrà diritto a incassare l'assegno per 14 mesi mentre per i lavoratori più giovani la lunghezza degli ammortizzatori rimarrà invariata. Nel 2015, la durata del sussidio sarà invece ulteriormente accresciuta: 10 mesi per chi ha meno di 50 anni, 12 mesi per chi ha un età tra i 50 e i 54 anni e 16 mesi per gli over 55. Nel 2017, quando la riforma Fornero entrerà a regime, l'Aspi avrà due lunghezze diverse, a seconda delle soglie anagrafiche del lavoratore: fino a 12 mesi per chi ha meno di  55 anni e 18 mesi per chi ha superato questa età.

A QUANTO AMMONTA IL SUSSIDIO.

L'importo massimo dell'indennità è di 1.119 euro lordi (poco più di 1.050 euro netti) ed è comunque pari al 75% della retribuzione (25% per la parte di stipendio che oltrepassa i 1.180 euro).

UN ESEMPIO CONCRETO:

Un disoccupato che percepiva una retribuzione medio-alta di 2.500 euro lordi, avrà diritto a un sussidio di 1.119 euro (il limite massimo). Chi, invece, ha uno stipendio intermedio di 1.500 euro, avrà diritto a un assegno di circa 965 euro così calcolati: 885 euro (corrispondenti al 75% di 1.180 euro) più altri 80 euro mensili (pari al 25% di 320 euro, cioè la parte di retribuzione che supera la soglia di 1.180). Dopo essere stato erogato per 6 mesi, l'Aspi verrà ridotto del 15% e di un altro 15% dopo 12 mesi dalla prima mensilità (per quei lavoratori che, a regime, avranno diritto all''”assegno lungo”).  

CHI PERDE IL DIRITTO ALL'ASPI.

L'erogazione del sussidio viene sospesa se il lavoratore trova una nuova occupazione con un contratto di durata superiore ai 6 mesi, se  raggiunge i requisiti per la pensione o inizia a percepire un assegno di invalidità (a meno che il beneficiario non preferisca invece incassare l'Aspi). Chi inizia un'attività di lavoro autonomo mantiene il diritto a  all'Aspi se entro un mese invia un'apposita comunicazione all'Inps sulla sua nuova occupazione, da cui non deve però guadagnare più di 4.800 euro all'anno. In questo caso, l'importo dell'assegno viene comunque ridotto di un ammontare pari all'80% del reddito presunto ricavato dal lavoratore per la nuova attività. Infine, va ricordato che il sussidio viene sospeso anche a chi rifiuta un'offerta di lavoro in una città che dista non più di 50 chilometri dalla propria zona di residenza o che, in ogni caso, è raggiungibile in meno di 80 minuti con i mezzi pubblici.

LA LEGGE FORNERO E LA DISOCCUPAZIONE

I DISOCCUPATI REGIONE PER REGIONE

SCOMPARE LA MOBILITA' (A POCO A POCO).

L'Aspi sostituirà in maniera graduale (entro il 2017) un altro ammortizzatore sociale oggi esistente: l'assegno di mobilità. Quest'ultimo, verrà erogato nei prossimi 4 anni a tutti i lavoratori che subiscono un licenziamento collettivo (riguardante più di 5 dipendenti) e che appartengono a determinate categorie. Si tratta, per esempio, dei dipendenti delle imprese industriali e delle cooperative con più di 15 addetti o delle imprese commerciali con un organico di almeno 50 unità. La durata dei sussidi di mobilità (che oggi varia tra 12 e 48 mesi a seconda dell'età e della zona di residenza del lavoratore) verrà però gradualmente ridotto: scenderà, per esempio, tra i 12 e i 18 mesi per chi perderà il posto nel 2016, per poi essere completamente sostituito dall'Aspi nel 2017.

LE NUOVE REGOLE SUI CONTRATTI A TERMINE

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